Fuoco e fumo in classe. Alunni fatti evacuare e scuola chiusa 3 giorni
Nella tarda mattinata di ieri gli alunni della scuola elementare “Giovanni Pascoli” di Vallonga sono stati fatti evacuare per un principio di incendio all’interno della stanza che ospita la classe quarta. Si sono vissuti minuti di grande tensione.
Un corto circuito accidentale ha ridotto in fiamme uno ionizzatore utilizzato per purificare l’aria degli ambienti. Tra l’altro lo ionizzatore, insieme agli altri a servizio della “Pascoli”, è stato – secondo la ricostruzione del Comune – revisionato non molto tempo fa.
Ad accorgersi del fumo sempre più intenso che iniziava ad uscire dall’apparecchio è stata una bambina, che ha subito avvisato l’insegnante: questa ha immediatamente attivato il protocollo previsto in caso di incendio.
I bambini della classe, una dozzina, sono stati accompagnati in palestra seguiti poi da tutti gli altri alunni del plesso della frazione che ne accoglie complessivamente una settantina. In via Montagnon sono presto accorsi, dal distaccamento di Piove di Sacco, i vigili del fuoco che si sono occupati di eliminare il pericolo e mettere in sicurezza gli ambienti.
Nel frattempo l’aria era diventata irrespirabile e il fumo aveva impregnato le pareti. Tra i primi ad accorrere a scuola c’è stato il sindaco Filippo Lazzarin, che a fine intervento ha deciso di chiudere la scuola per il resto della settimana per permettere le operazioni di bonifica e il ripristino dei locali danneggiati. «La sicurezza al primo posto», spiega Lazzarin, «capisco che la decisione possa creare qualche disagio alle famiglie ma ho ritenuto che i bambini rientrassero a scuola solo nel momento in cui tutto sia perfettamente risistemato. Grazie alla professionalità degli insegnanti e del personale scolastico tutto è andato per il meglio e nessun bambino ha riportato conseguenze».
Conclude il primo cittadino Lazzarin: «Per loro sto organizzando una visita alla caserma dei pompieri visto che hanno potuto rendersi conto in prima persona di come il loro servizio a per la collettività sia indispensabile».