Il sindaco Dipiazza: «Il Giro 2025 con il via da Trieste può dare una straordinaria visibilità»
TRIESTE In un ciclismo moderno che sposta le geografie dei Paesi che ospitano le grandi corse a tappe, non può che far piacere sapere che il Giro d’Italia del 2025 partirà da una città italiana. Sarà Trieste e il Friuli Venezia Giulia, quindi, e non l’Albania a dare il via alla corsa rosa del prossimo anno.
Un’eccezione rispetto al mood in essere nel ciclismo moderno, che vede la “Grand depart” del Tour de France di quest’anno da Firenze e, molto probabilmente Torino per la Vuelta a España del 2025.
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L’anticipazione a quello che potrebbe diventare l’evento del prossimo anno per la città ma anche per tutta la regione, la diede lo scorso marzo il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. «Nei mesi scorsi abbiamo aperto la bretella di collegamento con il centro congressi e non è nostra intenzione fermarci - aveva dichiarato - infatti siamo passati ad iniziare il rifacimento dei due vialoni principali che attraverseranno quello che diventerà Porto Vivo. Un lavoro che dovrà essere svolto in tempi relativamente rapidi perché nel maggio del 2025 ci dovrà passare il Giro d’Italia».
Trieste ma non solo. Per avere la partenza del Giro 2025 la Regione Fvg ha investito qualcosa come 7 milioni di euro. E non solo la Regione, ma anche la Slovenia, come ricorda il primo cittadino di Gorizia, Rodolfo Ziberna.
Duplice l’obiettivo per la nazione vicina: coniugare l’anno di Gorizia/Nova Gorica capitali della cultura e avvicinare i campioni sloveni del ciclismo moderno a casa propria. Il dominio di Pogacar nella corsa rosa di quest’anno ha alimentato ancora di più l’interesse degli appassionati di ciclismo sloveni verso il Giro.
Ziberna però non si vuole sbilanciare sul passaggio della corsa rosa per la propria città, volendo aspettare l’ufficialità della notizia da parte della Regione e di Rcs, l’organizzatore del Giro d’Italia.
Il sindaco di Trieste Dipiazza intanto gongola: «L’altro giorno avevo in città tre ministri - ricorda - adesso Valditara. La città è sulla bocca di tutti e questo non può che essere una bella notizia, l’unico aspetto negativo - scherza - è che mi servirebbero giornate da 29 ore anziché di 24 per poter stare dietro a tutte queste iniziative».
Il primo cittadino del capoluogo regionale ricorda anche cosa significhi in termini di visibilità un passaggio del Giro d’Italia. «La cronometro di monte Lussari dell’anno scorso ha portato in giro per il mondo il nome del Friuli Venezia Giulia - ricorda - pertanto pensiamo a cosa potrà significare per noi una partenza del Giro più qualche altra tappa all’interno del territorio regionale. Ora però - ammonisce scaramantico - attendiamo l’ufficialità della notizia».
Nel 2014 fu la tappa finale, nel 2025 quella iniziale: a 11 anni dall’ultima volta del passaggio del Giro d’Italia per Trieste si prospetta quindi un altro appuntamento dal grande fascino per gli amanti delle due ruote. —