Licenziamento, un trauma dal quale si può uscire
C’è chi non esce più di casa, chi comincia a sentirsi insicuro e inadeguato, chi la vive come un vero e proprio trauma. I modi di reagire ad un licenziamento, soprattutto se inaspettato, sono diversi. Il lavoro offre stabilità e sicurezza, permette di sentirsi appagati, è uno degli obbiettivi principali di ogni essere umano e quando viene meno, come evidenziato da numerosi studi internazionali, le conseguenze più frequenti riguardano la salute. Sia psicologica che fisica.
Secondo una ultima ricerca condotta dal National Bureau of Economic Research e pubblicata sul New York Times, infatti, il 57% dei lavoratori che hanno perso il lavoro nella fascia 25-54 ha ammesso di essere stato colpito da sintomi depressivi, ansia e da un forte aumento di peso. Non solo: dalla ricerca è emerso, inoltre, che sedentarietà e perdita di motivazione sono stati il fil rouge che più ha accomunato coloro che hanno perso il posto dopo numerosi sacrifici. E ancora, secondo uno studio condotto dall’University of East Anglia in Inghilterra e pubblicato su Psychology Today, il 45% dei giovani lavoratori inglesi ha ammesso di aver avuto reazioni maggiormente negative da un licenziamento che da una rottura di una relazione amorosa.
Ma come bisogna comportarsi per non lasciarsi sopraffare da quello che viene considerato un vero e proprio trauma psicologico? Gli esperti consigliano di accettare la realtà dei fatti esternando le proprie emozioni, trasformare il problema in un’opportunità di crescita reale e non sottovalutare il bagaglio delle competenze acquisite durante il percorso professionale. «Il trauma del licenziamento è talmente forte che spesso attiva meccanismi di negazione, impossibilità di accettare la realtà delle cose, unita alla perdita di speranza e al pensiero di essere stati vittima di un’ingiustizia o di una grande sfortuna» spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che ha affiancato grandi imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obbiettivi.
Ma perdere il tanto agognato posto di lavoro non sempre è sinonimo di negatività, bensì può essere visto come una grande opportunità di crescita personale. Secondo una ricerca compiuta da Harvard Business Review su oltre 2000 manager americani, il 78% è riuscito a diventare ceo di importanti aziende nonostante fossero stati licenziati durante la propria carriera professionale. «Vedere il licenziamento come un’opportunità di crescita professionale e di rivalsa personale è fondamentale per non rimanere in uno stato di intorpidimento nella curva del cambiamento», prosegue Marina Osnaghi, «La realtà delle cose quasi mai coincide con i tempi necessari a un essere umano per elaborare perdita e cambiamento e trovare la forza di equipaggiarsi per gestire la situazione. Eppure la velocità dei tempi di reazione fa la differenza in termini di resilienza o non resilienza, per poter creare una nuova opportunità per il futuro. Il mio consiglio è quello di non fossilizzarsi sugli errori commessi, ma affrontarli come un’opportunità di vita e crescita personale».
Il decalogo per imparare ad affrontare le conseguenze derivate da un licenziamento improvviso:
1. Ammettere la realtà dei fatti: negare l’evidenza del licenziamento peggiora soltanto la
situazione.
2. Esternare le proprie emozioni: sfogare la rabbia repressa è legittimo, ma bisogna prestare
attenzione a non lasciarsi trascinare via.
3. Gestire la sensazione di perdita di valore: il valore è una caratteristica personale di ciascun
essere umano, non un’etichetta esterna data dal ruolo.
4. Non dimenticarsi delle proprie capacità: la virtù di una persona non si riconosce dai
possedimenti materiali, ma dalle caratteristiche personali.
5. Ricordarsi che l’uomo è il miglior amico di se stesso: conoscersi e aiutarsi risulta
fondamentale per non entrare in una spirale depressiva.
6. Stilare un elenco delle proprie competenze: mettere per iscritto il bagaglio tecnico acquisito
durante il percorso professionale rappresenta una marcia in più per motivarsi.
7. Imparare ad essere resilienti: reagire positivamente alle avversità della vita con
determinazione e propositività permette di rialzarsi più in fretta.
8. Trasformare il problema in un’opportunità di crescita: la vita è piena di ostacoli, ma imparare
a superarli rappresenta la vera strategia di successo nella sfera privata come nel lavoro.
9. Permettersi di sbagliare: gli errori sono all’ordine del giorno, ma bisogna saper capitalizzarne
l’apprendimento e guardare al futuro.
10. Farsi aiutare da un esperto: seguire i consigli di una persona altamente qualificata permette
di migliorare la propria condizione psicologica.
(Nella foto, una scena tratta dal film Impiegati… male! – 1999).