CR700: un altro record per Cristiano Ronaldo
CR7 diventa CR700. Ed entra nella leggenda. Con il gol segnato su rigore contro l’Ucraina, il fuoriclasse portoghese tocca quota 700 reti ufficiali. Sono 95 i gol segnati con la maglia del Portogallo. E sono 605 quelli realizzati con i club con cui ha giocato: Sporting Lisbona, Manchester United, Real Madrid e Juventus. Cristiano Ronaldo nella sua carriera ha segnato in tutti i modi: di destro, di sinistro, di testa, di potenza o con un guizzo, a seguito di un dribbling ubriacante o dopo un’azione corale, da vicino e da lontano, dal dischetto, su punizione, scattando solitario in contropiede o sbucando nel groviglio di gambe e caviglie nelle intasate aree di rigore avversarie. E ogni volta – dopo ogni gol – ha festeggiato alla sua maniera: piantando il proprio ego al centro della scena, come il più consumato degli attori cerca la telecamera nel momento clou di una scena.
Alla fine della sfida contro l’Ucraina, con il Portogallo che perdendo ha complicato la corsa alla qualificazione a Euro 2020, CR7 ha dato conferma di essere un perfezionista mai sazio. «I 700 gol sono un traguardo che non tutti possono raggiungere, ma resta l’amaro in bocca per la sconfitta». Cristiano è l’attaccante più prolifico in attività. Dietro di lui l’eterno rivale, Leo Messi, a quota 672 gol; e un altro monumento vivente, Zlatan Ibrahimovic (534 gol). La verità è che da diciassette anni a questa parte Cristiano non ha mai smesso di esultare. Il primo gol risale ai tempi dello Sporting Lisbona.
Aveva 17 anni e 252 giorni. Era arrivato allo Sporting da Madeira, l’isola dove è nato e cresciuto. Dalla piccola squadra dell’Andorinha, dove suo padre lavorava come magazziniere, passò al Nacional, per due mute di magliette e qualche pallone. Da lì allo Sporting, fino alla famosa amichevole del 2003 contro il Manchester United, per la prima vera svolta della sua carriera, con i due fuoriclasse di quella squadra, Scholes e Giggs, che a fine partita andarono dall’allenatore Alex Ferguson e lo pregarono: «Questo ragazzino è un fenomeno, dobbiamo prenderlo». E così fu.
Oggi Cristiano Ronaldo è – con Leo Messi – il miglior giocatore del mondo, uno dei più forti di tutti i tempi. Se Messi è stato baciato dalle divinità che regolano il gioco del calcio, Cristiano ha costruito la sua carriera passo dopo passo, trasformando il proprio corpo nel piedistallo dei successi che ha ottenuto: 30 trofei nella sua personale bacheca, lì dove brillano i cinque Palloni d’Oro, le cinque Champions League e l’Europeo vinto con il Portogallo nel 2016. Soltanto sei giocatori nella storia del calcio hanno «abbattuto» il muro dei 700 gol ufficiali.
Al primo posto c’è Josef Bican, un austriaco naturalizzato cecoslovacco che giocò tra gli anni ’30 e i ’50 segnando 805 gol (che diventano 1468 mettendo a referto anche le amichevoli). Bican aveva una mira infallibile: era solito appoggiare una serie di bottiglie di vetro sopra la traversa della porta, per poi calciare dal limite dell’area e colpirle, una ad una. Sul podio dei più prolifici cannonieri di tutti i tempi ci sono due brasiliano, Romario, detto il «Baixinho», il «Tappo», sgusciante centravanti campione del mondo nel 1994 che si è fermato a 772 gol e Pelè, il più grande di tutti i tempi: per «O Rei» la contabilità parla di 767 reti, ma lui – conteggiando partite non ufficiali – ne rivendica più di mille. Cristiano Ronaldo ora però ha messo nel mirino due campionissimi: il tedesco Gerd Muller (735 gol), bomber della Germania negli anni ’70; e l’asso ungherese Puskas (746), che seminò bellezza negli anni ’50 e ’60. Altri tempi. Questi sono i tempi di CR700.