Il figlio di Daphne Caruana Galizia: «Mamma, noi non molliamo»
Quando sua madre Daphne Caruana Galizia è saltata in aria insieme alla sua auto, Matthew, il figlio maggiore dei tre, ha visto tutto. Prima il boato, poi il fumo che si leva verso il cielo, infine la targa con cui ha capito che si trattava davvero di sua madre. Era stato in casa con lei, a Malta, fino a pochi secondi prima. L’aveva salutata, poi lei era rientrata per prendere al volo il blocchetto degli assegni di suo marito Peter ed era tornata in macchina.
Pochi secondi dopo averla accesa, l’esplosione. Era il 16 settembre 2017, poco prima di essere uccisa, Daphne Caruana Galizia, 53 anni, aveva pubblicato sul suo blog Running Commentary, un articolo che chiudeva così: «Ci sono corrotti ovunque. La situazione è disperata». Daphne Caruana Galizia era una di quelle giornaliste che spesso vengono definite scomode. Non aveva mai smesso di investigare, non si era lasciata intimorire dalle minacce.
L’ inchiesta più importante a cui aveva lavorato era quella dei Malta Files: mezzo milione di nomi, sessanta nazionalità diverse, con cui si è denunciato come Malta sia diventata il paradiso fiscale per imprenditori, finanzieri ma anche politici ed esponenti di clan mafiosi. La giornalista aveva rivelato che la società Engrant, registrata a Panama, fosse di proprietà di Michelle Muscat, la moglie del primo ministro Joseph Muscat. Un caso che portò alle elezioni anticipate, tuttavia vinte dal premier Muscat. Con questo lavoro, Galizia è entrata nella lista delle ventotto personalità «che stavano agitando l’Europa», secondo la rivista Politica.eu.
Quando ci risponde al telefono, Matthew Caruana Galizia, giornalista e vincitore del Premio Pulitzer nel 2017, è appena arrivato a Roma. Insieme a Roberto Saviano e ai suoi fratelli minori Andrew e Paul per presenterà il libro Dì la verità anche se la tua voce trema, che raccoglie le inchieste di sua madre Daphne e alcuni dei post scritti sul suo blog. In libreria dal 16 settembre 2019, a due anni dalla morte.
Per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia, sono stati arrestati come esecutori materiali tre uomini: Vince Muscat e i fratelli George e Alfred Degiorgio ma non si hanno notizie dei mandanti e del movente. Per l’andamento delle indagini, il Consiglio d’Europa ha criticato duramente le autorità di Malta e ha chiesto al governo maltese di avviare un’indagine interna.
Matthew, cosa sapete oggi delle indagini?
«Quasi niente di più rispetto a un anno fa. Il vero problema è che l’investigazione è molto opaca, noi sappiamo davvero poco di quello che le autorità e gli inquirenti stanno facendo».
Qual è il ricordo più forte che ha di sua madre?
«Credo che il ricordo più forte che resta con me è proprio di quel giorno. Eravamo a casa, stavamo lavorando insieme, nella stessa stanza, alla stessa scrivania. E oggi quello che vedo intorno a me è quello che stiamo facendo da quel momento:continuare il lavoro che stavamo portando avanti quella mattina insieme. Ed è come se in mezzo non fosse successo altro».
C’è un prima e un dopo nella sua vita. Oggi com’è?
«La mia vita odierna è una missione, non saprei davvero come descriverla in altro modo. Una missione solo per mia madre, per le sue inchieste».
Come descriverebbe sua madre?
«Vorrei che mia madre venisse ricordata come qualcuno che ha dedicato la sua vita alla giustizia e che nonostante tutto ha vissuto una vita piena e molto felice. Anche se i temi che ha affrontato le hanno portato tantissima violenza intorno, penso che la sua vita sia una vera testimonianza di resilienza umana».
Cosa le manca più di lei?
«Quello che più mi manca di lei è il suo senso dell’umorismo. La sua capacità di esprimere indignazione ma anche di ridere davanti a queste persone corrotte. La sua abilità nel prendersi gioco di loro, in un modo molto sottile e intelligente. Questo mi manca davvero moltissimo e penso che manchi ad altri».
Cosa le direbbe se potesse incontrarla?
«Le direi che noi non molleremo mai».
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