«Viva RaiPlay»: Fiorello, che resuscita il varietà e vince la scommessa sul digitale
Siamo su RaiPlay, ma potremmo benissimo essere su Raiuno perché Viva RaiPlay, il primo show in streaming della televisione italiana, è un varietà a tutti gli effetti, degno erede dei programmi che Rosario Fiorello ha portato al successo negli ultimi vent’anni, da Stasera pago io a #Ilpiùgrandespettacolodopoilweekend. Dopo la striscia di quindici minuti andata in onda sulla prima rete dal 4 all’8 novembre, lo showman fa sul serio. L’ansia da prestazione che sembrava coglierlo sulla generalista d’improvviso si dissolve come la nebbia a metà mattina: su RaiPlay Fiorello è sé stesso, non ha paura di dire la cosa sbagliata o di dilungarsi più del dovuto, tant’è che, nelle prime tre puntate su diciotto in programma, sfora nell’orario quasi non volesse staccarsi dal pubblico. Sentimento che i fruitori condividono portando lo show a un risultato ragguardevole, che supera la più rosea aspettativa su un esperimento che poteva benissimo essere un buco nell’acqua. E, invece, no.
https://twitter.com/Raiofficialnews/status/1195001184551079936La prima puntata, trasmessa il 13 novembre in esclusiva su RaiPlay, ottiene, infatti, 850mila visualizzazioni con il 72% di views derivate da app (smartphone e tablet) e da app tv. Il restante 28% ha avuto modo di gustarsi il programma direttamente sul sito di RaiPlay, in un consumo che gli esperti definirebbero lineare. Il risultato, che alla seconda puntata totalizza il +406% sul tempo speso sulla piattaforma appena una settimana prima, è sorprendente e gareggia per la prima volta con le partite di Champions League che, fino a quel momento, erano le uniche a radunare una platea digitale così numerosa. Merito di Fiorello, l’unico nome capace di mettere d’accordo tutti e di trainare il pubblico over sul digitale, ma anche di un formula con un’unità narrativa ben definita, che dosa con sapienza monologhi e interventi musicali, ospiti e cavalli di battaglia. Viva RaiPlay è uno show brillante, arioso, che vede in Rosario il padrone di casa eccellente, quello che va a briglia sciolta non risparmiando niente e nessuno. Nelle prime tre puntate cita i difetti delle piattaforme concorrenti di Netflix e di Amazon Prime, fa un medley tra Il mare d’inverno e la sigla di Game of Thrones e si esprime anche su temi di stringente attualità come i 7 miliardi spesi dal governo per il Mose nel pieno della catastrofe di Venezia.
https://twitter.com/RaiPlay/status/1195452590437343233Nel mezzo, una sfilata di ospiti, da Paola Cortellesi a Calcutta, da Biagio Antonacci a Giuliano Sangiorgi, che impreziosiscono lo show dimostrando che non è tanto il network a fare la differenza, quanto un conduttore capace di accettare una sfida che sembrava impossibile e rilanciare una piattaforma, quella di RaiPlay, che intanto cambia interfaccia e diventa più fruibile, con migliaia di contenuti e di teche in grado di accontentare tutti («Da quando mia madre ha scoperto che può rivedere La Piovra non esce più di casa», scherza a un certo punto Fiore). La scommessa è stata vinta e a Fiorello e a tutta la squadra che ha investito su di lui e sul programma non può che andare il plauso generale, ben consapevoli che nuovi esperimenti di questo tipo potrebbero essere lanciati presto su altre piattaforme streaming. Se proprio volessimo trovare una nota stonata sarebbe, però, la pubblicità nel mezzo: pensare di ricorrere a una struttura pubblicitaria tradizionale durante un programma streaming potrebbe non essere la strada giusta. Forse si potrebbe ragionare su un sistema narrativo alternativo, magari un product placement originale in stile The Jackal, ma c’è tutto il tempo per migliorare. Intanto, evviva Fiorello, ed evviva RaiPlay!
LEGGI ANCHE
«Viva RaiPlay»: il ritorno di Fiorello, fra superospiti ed emozioneLEGGI ANCHE
«Viva RaiPlay!», ecco come rinasce lo streaming della RaiLEGGI ANCHE
Fabio Volo: «Fiorello? Il numero uno, ma il suo linguaggio non è innovativo»