Omicidio del piccolo Loris, la condanna per la madre è definitiva
«Finalmente è finita». Con queste parole il padre di Loris Stival ha accolto la definitiva condanna di Veronica Panarello, sua moglie. La donna dovrà scontare 30 anni per l’uccisione del figlio di 8 anni Loris Stival avvenuta nel 2014 a Santa Croce Camerina vicino a Ragusa.
La Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per la donna che ha ucciso il bimbo nella loro abitazione e ne ha occultato il cadavere. Il sostituto procuratore generale di Cassazione Roberta Maria Barberini aveva chiesto che venisse confermata la sentenza della Corte d’assise d’appello di Catania. Per i giudici della Cassazione è inammissibile il ricorso presentato dalla donna contro la sentenza della Corte d’assise d’appello di Catania che il 5 luglio del 2018 aveva confermato la condanna di primo grado del 17 ottobre del 2016 con rito abbreviato e quindi con lo sconto di un terzo della pena.
L’avvocato di Andrea Stival, Daniele Scrofani, ha accolto con sollievo la sentenza della Cassazione: «La Giustizia oggi mette un punto definitivo su questa tragica e drammatica vicenda: è stata la madre a uccidere Loris. Adesso bisogna pensare al futuro».
Era stata lei stessa, il 29 novembre del 2014, a denunciare la scomparsa del figlio che venne trovato morto in un canale dopo ore di ricerche. Diceva di averlo portato a scuola, ma le immagini delle telecamere smentirono la sua versione, peraltro più volte cambiata.
Pochi giorni dopo la scomparsa le indagini si sono concentrate su di lei che ha invece accusato il suocero che avrebbe ucciso il bimbo perché voleva rivelare una presunta relazione fra suocero e nuora. Per questo dovrà tornare in aula in un altro processo per calunnia nei confronti dell’uomo. A gennaio invece ci sarà il processo per le minacce di morte che la donna ha rivolto al suocero dopo la sentenza d’appello: «Sei contento? Sai cosa ti dico. Prega Dio che ti trovo morto perché altrimenti ti ammazzo con le mie mani quando esco…».