«Amadeus chieda scusa», la lettera delle deputate italiane al presentatore Rai
Amadeus deve chiedere scusa, e a stabilirlo è stato il parlamentare di ventinove deputate. «Risulta del tutto incomprensibile che – attraverso le parole del direttore artistico e conduttore della più importante manifestazione musicale del Paese – il servizio televisivo pubblico promuova un modello diseducativo di donna bella e disposta a occupare ruoli di secondo piano per non fare ombra al proprio compagno famoso. È lo specchio di una cultura secondo cui la donna non deve avere meriti particolari, se non quello di essere di bell’aspetto e di saper stare “un passo indietro”», hanno scritto le politiche italiane, riunite in un gruppo che non conosce bandiera.
LEGGI ANCHE
Imen Jane: «Sul palco dell’Ariston gli stereotipi sessisti esistono ancora»A sottoscrivere la lettera, domenica, sono state – tra le altre – Laura Boldrini e Maria Teresa Baldini, Stefania Pezzopane e Vita Martinciglio. «Dispiace che, malgrado l’imbarazzo che immaginiamo – e speriamo – da loro stesse provato, le donne presenti alla conferenza stampa in qualità di co-conduttrici non abbiano preso le distanze, né durante né dopo», ha continuato il gruppo, chiedendo che Amadeus, colpevole di aver presentato le sue co-conduttrici come se la bellezza fosse l’unica dota loro concessa, «si scusi pubblicamente e riaffermi l’impegno della Rai nella lotta alla violenza, alle discriminazioni e ai pregiudizi di genere».
LEGGI ANCHE
Sanremo, scoppiano le polemiche da Amadeus a Myss Keta alla GregoraciLa lettera, ultimo sintomo di una polemica la cui virulenza non accenna ad attenuarsi, non ha, però, chiesto che le parole di Amadeus siano rimangiate. Non solo. Ad essere contestata, oltre alla comunicazione fallace del presentatore, è stata la presenza in gara di Junior Cally, i cui testi sono noti per la propria violenza verbale, per il sessismo e la misoginia. Cose, tutte, «in palese contrasto con il contratto di servizio della Rai, i cui principî generali prevedono di “superare gli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e di rispettare l’immagine e la dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione”, nonché la promozione e valorizzazione “delle pari opportunità, del rispetto della persona, della convivenza civile, del contrasto a ogni forma di violenza”».
LEGGI ANCHE
Sanremo, interviene anche la moglie di AmadeusJunior Cally non deve mettere piede all’Ariston, ha sentenziato la congregazione di donne. Il manager dell’artista ha liquidato le accuse, celebrando il rap come forma d’arte. Marcello Foa si è unito al coro delle deputate, sostenendo che il Festival stia andando in direzione opposta a quella auspicata. Daniela Santanché ha detto la sua, e pure Giulia Bongiorno, Lucio Malan, Cinzia Leone ed una sequela infinita di personaggi. Tutti hanno detto tutto e, nel caos delle parole, quella che pare più coerente è la scelta di Salmo che, all’indomani della querelle, ha annullato la propria partecipazione allo show. «Mi sentirei a disagio».