Kobe Bryant, tutto il viola e il giallo nel mondo solo per lui
I messaggi scritti dai giocatori sulle scarpe, le luci viola e gialle sugli edifici più importanti d’America, i murales che spuntano in tutto il mondo. L’addio a Kobe Bryant, morto domenica nello schianto dell’elicottero che lo portava in palestra insieme alla figlia 13enne Gianna e ad altre 7 persone, è fatto di tante immagini e di parole che finiscono sempre fra le lacrime.
Si sono commossi i presentatori degli show serali della tv americana, Jimmy Fallon e Jimmy Kimmel, ricordando l’amico e l’ospite. Ha pianto Novak Djokovic che, sui campi dell’Australian Open ha indossato una maglia con le iniziali del cestista americano e i numeri delle due maglie che ha indossato durante la sua carriera con i Los Angeles Lakers.
https://www.youtube.com/watch?v=aAByKcPJ5NQToccante il post del suo erede Lebron James: «Non sono pronto, ma eccomi qua. Sono qui seduto cercando di scrivere qualcosa ma ogni volta che provo incomincio a piangere al solo pensiero di te, della nipotina Gigi e dell’amicizia fratellanza che ci univa. Ho il cuore a pezzi, sono distrutto fratello mio. Ti amo come un fratello maggiore. Ti prometto che raccoglierò il tuo testimone: sento come una mia responsabilità quella di caricarmi sulle spalle la tua eredità e continuare quello che hai fatto!! Chiedo al cielo di darmi la forza e di assistermi in questa missione: a NOI ora ci penso io».
Hanno le luci della squadra di Los Angeles l’Empire State Building, ma anche l’Arena di Miami dove nel fine settimana si gioca il Super Bowl, la finale del campionato di football americano. Come è già stato ai Grammy, anche qui non mancherà un tributo al giocatore che ha incarnato la pallacanestro per vent’anni. È già stato annunciato che ci sarà un suo ricordo agli Oscar, due anni fa aveva vinto la statuetta proprio con il cortometraggio che raccontava il suo amore per il basket.
https://www.youtube.com/watch?v=h9Kadi5R5DULo ha salutato il Milan, squadra di calcio per cui tifava. È diventata Kobe Bryant Park la fermata della metro a New York dell’omonimo parco. Ci sono luci viola e gialle all’aeroporto di Los Angeles e sulle pagine social della squadra di calcio dei Galaxy. Lo Staples Center è diventato un mausoleo, murales e graffiti si moltiplicano nella città degli angeli e nel mondo.
Il corpo dell’ex giocatore è stato identificato ufficialmente tra i nove recuperati dai detriti dell’elicottero che si è schiantato su una collina vicino Los Angeles. Identificati anche due uomini e una donna: John Altobelli, 56 anni, allenatore di baseball morto nell’incidente con sua moglie Keri e la loro figlia Alyssa, il pilota di elicotteri Ara Zobayan, 50 anni, e Sarah Chester, 45 anni.
Si indaga ancora sulle cause dell’incidente. I media Usa hanno diffuso l’audio dell’ultimo colloquio tra il pilota e la torre di controllo. Pare che l’elicottero stesse volando troppo in basso. Il pilota aveva chiesto un’autorizzazione speciale a volare nella nebbia fitta pochi minuti prima dello schianto.