Coronavirus: i problemi per i bimbi, dall’ora d’aria ai pennarelli negati (fino a ieri)
Il caso di Montevarchi, i bambini soli in casa dopo aver perso la nonna e con la madre ricoverata, non è unico. Ci sono altri ragazzi in questa situazione in Italia. A Bari due ragazzi sono aiutati dai colleghi del padre carabiniere.
A Milano è stata attivata, proprio nel fine settimana, una struttura per ospitare i bambini con genitori ospedalizzati con coronavirus che non hanno una rete familiare e devono stare in quarantena. Attraverso la cooperativa sociale La Cordata ci sono educatori presenti 24 ore su 24. È partita anche una raccolta fondi per comprare tablet, in modo che i bambini possano rimanere in contatto con genitori e insegnanti.
Hanno diritto di spostarsi i bambini figli di genitori separati. Il diritto di visita sancito da sentenze di separazione o divorzio prevale sulle direttive del governo che hanno sancito il distanziamento sociale. Si può portare il figlio dal coniuge nei giorni e orari stabiliti. Anche per questi bambini, al di là dello spostamento da una casa all’altra, resta l’obbligo di non uscire.
Per tutti i bambini, obbligati a stare in casa, c’è il problema del movimento. C’è chi ha fatto notare che si è pensato ai cani nelle ordinanze, ma non ai bimbi che non hanno diritto alla passeggiata. Hanno una soluzione alternativa quelli le cui case hanno un giardino o un cortile condominiale, quando può essere utilizzato. Gli altri no, visto che sono chiusi parchi e giardini pubblici.
Per questo da Milano è partita una richiesta: «Bisogna garantire a tutti i bambini e ragazzi almeno un’ora d’aria al giorno pur nel rispetto delle norme anti contagio che vietano gli assembramenti e prevedono le distanze di sicurezza». Il post su Facebook di Diana De Marchi, consigliera Pd a Milano, ha raccolto decine di commenti e messaggi di sostegno.
Diana de Marchi, consigliera Comune di Milano lo dice. E’ che si, non si capisce la necessità di infittire la privazione…
Posted by Simona Giannetti on Friday, March 27, 2020
La proposta punta ai prossimi decreti e ordinanze: «la possibilità di una breve uscita al giorno, a piedi, di corsa, accompagnati da un genitore o un adulto che garantisca il rispetto delle distanze di sicurezza, senza nessun assembramento o stazionamento in parchi- gioco o giardini». I pedagogisti sono concordi nel dire che per i bambini è fondamentale, ma dicono anche sono più capaci degli adulti ad adattarsi. «Hanno molta più fantasia di noi e il gioco fa parte della loro vita, anzi è la loro vita, quindi sono sicuramente in grado di organizzarsi autonomamente» hanno spiegato i pedagogisti Daniele Novara e Marta Versiglia a Vanity Fair.
Il timore è che l’uscita consentita risulti una scappatoia per i grandi e non riesca a essere organizzata senza il rischio di assembramenti. Seppur faticoso, secondo i pedagogisti, l’invito da seguire è quello di restare in casa. Sono però quasi 15mila le firme raccolte dalla petizione su Change.org.
Centocinquanta genitori fiorentini hanno scritto al sindaco Nardella chiedendo «uno specifico protocollo di comportamento, che consenta alle famiglie un tempo minimo all’aria aperta per i bambini». Il sindaco ha risposto che non c’è divieto di passeggiare vicino a casa, pur nel rispetto delle norme. Le norme però dicono che bisogna essere soli e come può un bambino uscire da solo? Per i più grandi Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia alla Sapienza di Roma, ha consigliato lunghe telefonate con gli amici, cosa che però i piccoli riescono a fare meno facilmente.
Se la battaglia dell’ora d’aria sembra difficile da vincere, quella dei pennarelli negati ha visto qualche successo. Matite, pennarelli e quaderni tornano a essere in vendita nei supermercati in Piemonte e dovrebbero potersi comperare anche a Milano. I reparti cartoleria dei supermarket erano stati chiusi e questi beni non erano stati considerati di prima necessità. La risposta di molti è stata che non lo sono per gli adulti, ma per i bambini sì.