Ci si può riammalare di coronavirus?
Quello che sappiamo con certezza fino a questo momento è che un paziente può dichiararsi guarito da un caso confermato di COVID-19 quando risolve i sintomi tipici dell’infezione (febbre, rinite, tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria, polmonite) e risulta negativo in due tamponi consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro (Fonte: Ministero della Salute).
Tuttavia, una delle questioni più discusse dall’emergere del virus Covid-19 è se chi lo ha avuto ha anche sviluppato un’immunità persistente o corre il rischio di essere contagiato una seconda volta.
In linea generale, è risaputo che una volta contratta una malattia infettiva (è il caso del morbillo, della parotite o della varicella) lo sviluppo di anticorpi rende estremamente raro un eventuale secondo contagio del virus. Attualmente, alcune regioni italiane stanno già effettuando test del sangue per individuare gli anticorpi da Covid-19 nei soggetti che potrebbero aver contratto il virus in forma asintomatica ed aver pertanto sviluppato l’immunità.
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Coronavirus, essere asintomatico positivo: cosa significa e quali conseguenze haJon Cohen, specialista di malattie infettive alla Brighton and Sussex Medical School, intervistato a tal proposito su The Guardian, ha precisato: «La vera risposta è che non sappiamo ancora nulla a proposito di una possibile reinfezione da nuovo Caronavirus. È tuttavia molto probabile, sulla base dei comportamenti di altre infezioni virali, che una volta contratta l’infezione si diventi immuni e non la si riprenda più, malgrado qualche rara eccezione».
I dubbi sulla reinfezione sono sorti per la prima volta a fine febbraio, dopo che le autorità giapponesi avevano reso noto che una donna che aveva avuto il virus ed era stata dichiarata guarita, si era nuovamente rivelata positiva. Gli esperti sono rimasti molto confusi nell’apprendere la notizia. La donna – sulla quarantina – era impiegata come guida turistica e sembra avesse contratto il nuovo coronavirus alla fine di gennaio. L’1 febbraio era stata dimessa dall’ospedale in buone condizioni e un test negativo il 6 febbraio aveva confermato la guarigione. Tuttavia, il 26 febbraio, la donna aveva avvertito di nuovo mal di gola e dolori al petto e – sottoposta a un controllo – era risultata di nuovo positiva al coronavirus, lasciando ipotizzare una presunta ricaduta.
«Una volta che si contrae l’infezione, potrebbe rimanere inattiva con sintomi minimi», ha spiegato alla Reuters, Philip Tierno Jr., professore di microbiologia e patologia alla New York University. «E poi si può ottenere un peggioramento delle condizioni se la stessa si fa strada nei polmoni», ha detto.
Un’ipotesi, questa, che porrebbe l’accento sul problema dei tamponi “falsi negativi”: la paziente non era del tutto guarita quando il 6 febbraio era stato eseguito il secondo tampone.
La risposta è dubbia anche per il virologo Roberto Burioni che affronta l’argomento su Medical Facts. «In questa fase è molto difficile capire chi si reinfettato con il Coronavirus, perché è passato troppo poco tempo», sottolinea Burioni nel video. «Noi dobbiamo continuare ad osservare nel tempo le persone guarite e vedere se si reinfettano, attenti a distinguere quelli che magari non sono ancora completamente guariti e hanno ancora il virus iniziale, da quelli che invece l’hanno effettivamente contratto una seconda volta». Pertanto, la risposta alla domanda “Ci si può ammalare di nuovo di Coronavirus?” è che al momento non lo sappiamo.