Gin and Tonic Day: le ricette dei maestri da replicare a casa
Non che ci fosse bisogno di un giorno dedicato per berne uno, ma riscuote così tanto successo che il Gin and Tonic ormai da anni ha la sua casella dedicata sui calendari di tutto il mondo. A contraddistinguerlo è la sua versatilità, personalizzabile e abbinabile in tutto e per tutto, è il drink ever green in cui ognuno si diletta preparandone le proprie versioni, sempre nel rispetto dei suo due ingredienti principali: il gin e l’acqua tonica.
Riguardo al gin Fulvio Piccinino, creatore della biblioteca online saperebere e autore de “Il Gin Italiano”, racconta: “ogni anno guru del bartending celebrano il funerale del gin, affermando che ormai, dopo quasi un decennio, abbia terminato la sua corsa. Tutto questo per essere prontamente smentiti dai numeri che vedono il distillato aromatizzato al ginepro in crescita quasi a doppia cifra anche quest’anno.
Nel 2019 solo in Inghilterra si stima che siano stati bevuti un miliardo di gin and tonic, mentre in Spagna dove tutto ebbe inizio, non si vede alcuna flessione. Ed una conferma ulteriore arriva da IWSR, l’ente di ricerca più attendibile sul mercato, che afferma che presto il gin potrebbe arrivare a 55 milioni di casse da nove litri vendute nel mondo (sebbene ancora ben lontani da sua maestà il whisky che viaggia oltre le 500). Un numero impressionante. Il gin non necessita di un lungo e costoso invecchiamento per essere venduto, e può essere prodotto in maniera tutto sommato semplice.
Si ritorna immediatamente dell’investimento e non si immobilizza capitale. Motivo per cui tutti i produttori ormai ne hanno quanto meno uno all’attivo, così come la vodka. Dal 2008 è possibile aromatizzarlo con aggiunte successive alla distillazione base principale, ed è disciplinato anche il produrlo “a freddo” usando basi pronte che ormai si trovano facilmente sul mercato, a costi ragionevoli per quantità anche minime. Per questo motivo il mercato è esploso. Solo in Italia pare ci siano oltre 400 gin, molti dei quali prodotti in pochissime bottiglie, mentre al mondo non esiste Stato che non ne abbia almeno uno al suo attivo, prodotto usando erbe e spezie locali.
E qui troviamo l’altro elemento del successo, la personalizzazione. Lavorando su una base, è possibile firmare un prodotto con la propria idea di gusto usando un aromatizzante locale, che siano le alghe del fiordo di fronte a casa, fino ai licheni della steppa. Nessun distillato offre questa possibilità, ovvero di poter far esprimere il proprio ego, motivo per cui barman e distillatori hanno dato fondo alla propria fantasia.
E l’acqua tonica? È Filippo Colombo, Country Manager di Fever-Tree, a raccontarci la sua «anima». «L’acqua tonica», dice, «è una bevanda gassata, per la cui preparazione all’acqua viene aggiunta anidride carbonica, zucchero e vari aromi tra cui il chinino, il protagonista del tipico gusto amaricante. Fino a pochi anni fa la categoria dei mixer (termine inglese per definire un ingrediente non alcolico, tra cui i sodati pensati per la miscelazione dei long drink e cocktails) era stata completamente trascurata, e ancora oggi la maggioranza delle acque toniche disponibili viene prodotta con l’aggiunta di aromi e dolcificanti artificiali come la saccarina, che lascia in bocca un gusto stucchevole e copre le delicate sfumature dei gin di qualità». Insomma «se ¾ del tuo Gin and Tonic è la tonica, assicurati di usare la migliore!». Per questo l’azienda non solo cerca le migliori materie prie in tutto il mondo, ma produce una gamma di prodotti da abbinare ai diversi gin (gli abbinamenti si possono scoprire sullla loro Fever-Tree Pairing Guide da consultare anche on line.
Ora che abbiamo le idee più chiare sul signor gin e sulla sua compagna acqua tonica, possiamo affidarci ai consigli di alcuni dei più quotati bartender del mondo che ci consigliano la loro ricetta per il Gin and Tonic.
Salvatore Calabrese – Donovan Bar del Brown’s Hotel (Londra)
Londra di certo non poteva mancare in fatto di Gin and Tonic, “è da sempre un drink molto popolare, specialmente in Inghilterra. Deve le sue origini ai tempi dell’impero Raj britannico, quando l’acqua tonica fu creata per rendere più appetibile il consumo di chinino che serviva a combattere la malaria. Quando ho iniziato a lavorare come barman nel Regno Unito nei primi anni ’80, questo cocktail veniva tradizionalmente servito in un bicchiere da vino con uno o due cubetti di ghiaccio. Da allora abbiamo fatto molta strada e ora è di moda servire il cocktail in bicchieri alti o in un calice largo. Per me il segreto di un perfetto Gin and Tonic risiede nella semplicità e nella fedeltà alla ricetta tradizionale, utilizzando ingredienti e bicchieri di qualità; il mio preferito è un highball elegante, la scelta di bicchieri di vetro grossolano può rovinare un buon drink”.
Ingredienti
50 ml Williams Great Britain Extra Dry Gin
125 ml di acqua tonica London Essence (in alternativa Fever Tree o Schweppes)
1 limone fresco non trattato
Ghiaccio solido di buona qualità
Procedimento
Riempire il bicchiere (preferibilmente un tumbler) a 3/4 con il ghiaccio e versare il gin. Aggiungere uno spicchio di limone succoso per donare freschezza e un tono agrumato al drink. Rabboccare con l’acqua tonica appena aperta e mescolare. Se per gusto personale si preferisse utilizzare un gin aromatizzato o dalla forte componente botanica, sostituire il limone con un altro prodotto che ne rifletta il gusto.
Giacomo Giannotti – Paradiso Cocktail Bar e Galileo cocktail bistrot (Barcellona)
E in Spagna? Chi meglio di Mr. Giannotti, 20esimo nella World’s 50 Best Bar con il suo Paradiso, può dar voce alla realtà spagnola: “il Gin and Tonic è uno dei drink che bevo frequentemente perchè è semplice, molto rinfrescante ed ha il finale leggermente amaro della tonica che a me piace tanto. Qui in Spagna è molto popolare e negli anni scorsi ha avuto un boom incredibile, il bicchiere usato è una “copa baloon” o un calice da vino e le decorazioni sono diventate le più incredibili, anche troppo. Io preferisco aggiungere un pochino di complessità ma senza esagerare, come nel caso del ”Fragrance & Tonic“.
Ingredienti:
50 ml gin (London dry)
Lavanda secca
Gratuggiata di noce moscata
Buccia di limone o mandarino
Acqua tonica
Procedimento
Macerare in un bicchiere il gin con la lavanda, una grattugiatina di noce moscata e la pelle dell’agrume (solo la pelle senza la parte bianca) per 2 minuti circa. Filtrare con un colino nella copa baloon, aggiungere ghiaccio a cubi e versare gentilmente la tonica (se versata in maniera brusca rischiamo di perdere le bollicine e che il drink non sia frizzante). Decorare con un twist di citrico: limone o mandarino e due rametti di lavanda (in alternativa va bene il rosmarino, sia nella decorazione che nella ricetta).
Mario Farulla – Baccano (Roma)
«Il Gin and Tonic è un drink tanto semplice quanto complesso, fatto di poche facili ma ferree regole. Si possono usare gin a piacimento, io preferisco i classici London dry, il bicchiere è bene che sia un collins alto e molto freddo, qualsiasi tonica purchè sia ghiacciata e con una buona bolla, il ghiaccio a cubo grande e pieno (è un alimento ed essendo tale deve essere all’altezza degli altri ingredienti), per la guarnizione va bene una scorza di agrume (limone per me) e basta che non diventi un’insalata mista!”, parola del Bar Manager di Baccano (70esimo nella World’s 50 Best Bar).
Ingredienti
50/60ml VII Hill gin
Sedano al posto del solito limone
Un paio di gocce di Angostura bitter (lo rendono molto più intenso ed aromatico specie negli ultimi sorsi, dove il drink tende ad essere scarico per il ghiaccio sciolto nel frattempo
Acqua tonica
Procedimento
Versare il gin, aggiungere il ghiaccio a colmare (molto ma senza esagerare, deve essere bevibile senza uso della cannuccia). Versare una tonica come invito se lo serviamo (il perfect serve prevede che un minimo venga sempre versata al cliente), se per noi, riempire completamente il bicchiere di tonica, lentamente e direttamente nel nostro bicchiere. Spremere una scorza di agrume a piacere per profumare il nostro drink. Con uno stirrer mescolare gentilmente il tutto per non creare stratificazioni e soprattutto senza stressare la bolla della tonica. Ultimo punto: godersi il “ginto” in santa pace per smaltire lo stress della giornata. Vi piace più dolce? Aggiungete qualche goccia di acqua di governo di Amarene…ne sarete piacevolmente sorpresi.
Agung Prabowo – The Old Man (Hong Kong)
Agung Prabowo è tra i più famosi e apprezzati bartender asiatici al comando dello speakeasy Old Man, posizione numero 9 nella World’s 50 Best Bar. Dall’agosto 2017, colui che è stato nominato miglior bartender d’Asia 2019 da DRiNKS Magazine, rende omaggio ai suoi clienti con una drink list iper creativa ispirata ad Ernest Hemingway. Le evoluzioni, legate anche al cibo, sono all’ordine del giorno nel The Old Man ma c’è sempre spazio anche per un Gin and Tonic (alternativo): l’Islands in the Stream – 1970.
Ingredienti
45 ml dry gin
1 cucchiaio di succo fresco di pompelmo rosa spremuto
Pizzico di sale
75 ml soda
75 ml acqua tonica
Procedimento
Versare il gin nel bicchiere highball, poi il pompelmo e il sale, mescolare fino a quando il sale non si è sciolto. Aggiungere ghiaccio, soda e tonica, mescolare delicatamente e aggiungere la decorazione.
Salvatore D’Anna – Archivio Storico (Napoli)
Il bar manager di Archivio Storico, speakeasy della città partenopea, racconta che da loro il Gin and Tonic è il drink più venduto e non poteva esimersi dal darci le sue dritte. “Le dosi ottimali prevedono 50 ml di gin e tonica a piacere. Il limone che decora il bicchiere deve avere un taglio netto, non deve essere sfilacciato a causa di un coltello poco adatto, ma soprattutto deve essere fresco. La tonica fredda e in nessun caso “sfiatata”, quanto al ghiaccio: non importa che siano cubetti grandi o piccoli (io ad esempio uso cubi di ghiaccio cristallino perchè belli da vedere e si sciolgono meno velocemente), l’importante è che non abbiano quella patina di acqua attorno che diluirebbe troppo il drink. Insomma, sono per il perfect serve del Gin and Tonic: bicchiere da collins alto e non troppo largo, colmo di ghiaccio, una bella rondella di limone, la bottiglietta di tonica appena stappata al lato e rigorosamente senza cannuccia. Ricordate che mescolare esageratamente un drink con la cannuccia o con lo stirrer, non fa altro che rovinare il drink, sfuma tutta l’effervescenza e lo rende piatto e troppo medicinale al sapore. Se dovessi pensare ad una versione alternativa per il Gin and Tonic, mi viene in mente la ricetta che il mio amico Dario Gentile (Bar Manager nel Borgo Ignazia Resort) creò quando lavorava nel Luxury Hotel Shangri-La di Shangai: lo Yellow Monkey”.
Ingredienti
50 ml Monkey 47 gin
Pistilli di zafferano
90 ml di acqua tonica
Bitters al pompelmo
Procedimento
Versare 50 ml di gin in un bicchiere collins, si procede con una veloce infusione di zafferano aggiungendolo in pistilli, si colma il bicchiere con ghiaccio e si mescola per 15 secondi, giusto il tempo per far rilasciare l’aroma allo zafferano. Si aggiungono 90 ml di acqua tonica e si decora con una scorzetta di pompelmo.
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