La porta sul futuro
Questo articolo è tratto dal numero 16/17 di Vanity Fair, in edicola fino al 6 maggio.
«In un mondo in cui anche pochi metri diventano una distanza incolmabile, l’unica strada per raggiungere i nostri cari è la Rete», riflette Isabella Lazzini, direttore marketing e retail di Huawei Italia. «Questo periodo ha insegnato a tutti il ruolo della connessione. Infatti, gli italiani hanno intrapreso una corsa all’equipaggiamento tecnologico: c’è stato un boom della domanda di stampanti, router e soprattutto pc (+63% anno su anno nella prima settimana di marzo)». Perché il computer è un «abilitatore» sia dello smart working sia dell’educazionea distanza. «Ma è la tecnologia in senso lato che sta cambiando i nostri comportamenti: stiamo più a lungo sui social – il + 70% sulle app della famiglia di Facebook – ed è aumentato del 50% il tempo trascorso in chat e addirittura del 1000 per cento quello delle chiamate di gruppo». Proprio per aiutare i clienti a rimanere connessi Huawei ha prolungato la garanzia dei suoi prodotti, inaugurato un servizio di riparazione e assistenza gratuita con consegna a domicilio, aperto un ecommerce e dato libero accesso alla sua libreria musicale. Ma la multinazionale – 194 mila dipendenti nel mondo, 800 in Italia – oltre che di smartphone, è tra i fornitori leader di infrastrutture di telecomunicazione in 5G. «Il periodo del Covid-19 ha evidenziato il problema nel non avere una banda larga: per esempio, operatori come Netflix hanno abbassato la qualità dei propri film per evitare il crash», spiega Lazzini. «Velocità maggiore, bassa latenza, possibilità di avere più persone connesse. Il 5G allo stesso tempo porta vantaggi nel campo dell’intrattenimento e consente di conservare in cloud e gestire i “big data”».
Cioè quantità enormi di informazioni, come quelle sanitarie generate in un periodo di pandemia.
«Nel momento in cui il 5G diventa strumento di comunicazione, ci dimentichiamo il ritardo nel ricevere i dati, perché grazie alla sua bassa latenza tutto diventa real time . E si può gestire la situazione con una dashboard reale, dove – per esempio – si può decidere velocemente quali aree chiudere per contenere l’epidemia. È questo pannello di controllo che in futuro abiliterà i governi a prendere decisioni più facilmente».
E poi c’è l’istruzione che va accelerata.
«Se non si può andare a scuola, si deve portare la tecnologia nell’educazione. La soluzione di Huawei si chiama “Learn any time”, impara in qualunque momento, ed è stata adottata durante quest’ultimo periodo nelle principali città cinesi da 5 mila scuole e ha fornito 240 mila lezioni per oltre 50 milioni di studenti online. Il sistema può supportare in contemporanea 11 milioni di studenti. Un altro esempio viene dall’Università del Zhejiang che, grazie a un’applicazione di streaming live realizzata in collaborazione con Alibaba, ha messo a disposizione dei suoi studenti un servizio di lezioni, generando 570 mila visite e parlando a un pubblico totale di 300 mila persone. Il tutto in solo due settimane: un tempo di reazione velocissimo».
Insomma, il futuro è per forza in 5G?
«Il sogno è creare un mondo più intelligente e connesso. E il 5G ne è la porta d’ingresso».