Perché le creme antirughe coreane ci piacciono così tanto
Senza per forza essere diventate cinture nere di layering (tecnica coreana che consiste nello stratificare i cosmetici dalla consistenza più leggera a quella più corposa) o aver fatto shopping compulsivo sul seguitissimo sito di Soko-Glam, chi in quarantena ha potuto (o voluto) coccolare il proprio viso con una crema o un siero Made in Korea non può non riconoscergli una cosa: i risultati sono visibili subito. E stando a casa questo plus si fa notare ancora di più:«Sono così efficaci perché, come insegna la cultura tradizionale coreana, il principio attivo non è mai solo ma è sempre messo in relazione con gli altri presenti in formula. E quindi agisce in modo sinergico», spiega Ilaria Toscano, fondatrice di TheKBeauty, e-commerce italiano specializzato in cosmesi coreana biologica e naturale con servizio di routine personalizzata.
Tutti i trattamenti di bellezza, inoltre, sono programmati per giocare d’anticipo e agire su più livelli: «Se la cultura occidentale tende a promuovere il trattamento quando l’imperfezione o le rughe sono già presenti, la cultura coreana favorisce la prevenzione al fine di mantenere la qualità della pelle, in particolare grazie a una risorsa chiave: l’idratazione. Le creme coreane sono oggi una garanzia di efficacia e innovazione sul mercato con i loro due pilastri: gli ingredienti e la tecnologia», spiega Pauline Tisserand, Product Manager Erborian, casa cosmetica fondata da una ricercatrice coreana e una beauty globetrotter francese con la missione di rivelare al mondo i segreti del K-beauty.
I K-rituals piacciono anche per le «strane» piante locali che caratterizzano le formule (come la Centella Asiatica o quella di Yuzu, per esempio) e che spesso danno il nome al prodotto. Resta che una volta installati nella nostra beauty routine, questi cosmetici diventano insostituibili. Anzi, ne vorresti aggiungere sempre di nuovi. Un desiderio, quest’ultimo, confermato anche da un dato di Cosmetica Italia che sottolinea come la proposta di prodotti per la cura di viso e collo di origine coreana immessa sul mercato sia passata dal 31,3% del 2018 al 52,9% del 2019.
I marchi più piccoli, poi, affascinano per le loro filosofie totalmente eco-sostenibili. Come quella del brand di skincare naturale Aromatica: «Ha uno stabilimento che ricicla tutti i fumi della produzione cosmetica per realizzare il riscaldamento, i pallet con cui vengono consegnati i prodotti così come il vetro dei cosmetici sono fatti con materiale di riciclo», conclude Toscano.
BEAUTY NEWS FROM KOREA
Una tendenza coreana in rapida crescita è quella sul microbioma della pelle. Dal Global Marketing Team di Dr.Jart+, marchio nato nel 2004 da una bella amicizia tra un giovane medico di Seul e un interprete visionario, fanno sapere che con l’aumento degli aggressori ambientali e i suoi effetti negativi sulla pelle, le persone hanno iniziato a tenere gli occhi aperti sui prodotti che migliorano la barriera naturale dell’epidermide.
Altro trend è la Skip-care (skipping skincare routine): prodotti “all-in-one” che semplificano le routine, dedicati a consumatori più giovani. E poi tanti sono gli studi che si stanno concentrando sulle formule “Cooling effect”, ovvero l’effetto rinfrescante per lenire la pelle durante i periodi molto caldi, problema legato sia all’aumento della temperatura che alla diminuzione della secrezione di sebo. E vista l’estate alle porte non vediamo l’ora che arrivino presto.