#tuttefemmine
Questo articolo è stato pubblicato sul numero 38 di Vanity Fair, in edicola fino al 22 settembre.
Mi hanno invitato al Festival Thanatos e Orrore ma non ci sono andata perché c’erano solo donne: sette scrittrici, quattro attrici, una drammaturga, quattro cantanti, una compositrice, una regista, due psicanaliste, due critiche d’arte e una critica cinematografica, due giornaliste sportive, due pianiste e una filosofa.
A dirla tutta un maschio lo avevano invitato, un bravo attore. Ma uno solo. Ventotto donne e un uomo, ma vi pare? Ho detto no.
Tra l’altro il tema del Festival era tale che mi sarebbe piaciuto un approfondimento e uno sguardo maschile. Possibile che avessero trovato un unico uomo degno di parlare di morte e orrore? Leggendo bene il programma poi mi sono accorta che c’era anche un altro maschio, un pianista che accompagnava la lectio dell’importantissima scrittrice: ma ormai avevo rifiutato di andare. E comunque due uomini e ventotto donne non lo potevo accettare, basta, che noia.
Ho denunciato con l’hashtag #tuttefemmine l’ennesima discriminazione. Che poi secondo me più che di discriminazione si tratta dell’ennesima mancanza di fantasia: le invitate erano tutte artiste eccellenti, ma le solite. L’unico invitato sotto i cinquant’anni era il maschio, il bravo attore. Sforzatevi, direttori dei Festival: più giovani, più maschi, e soprattutto nomi nuovi!
Giovani, bravi, grandi intrattenitori con nuovi contenuti, ce ne sono un sacco, basta cercarli. Bisogna pensare.
Poi, certo, ognuno a casa sua invita chi vuole, ma che brutta figura: Thanatos e Orrore avrebbero meritato di più. Tra l’altro, last but not least, è saltato fuori l’autore – maschio! − dell’immagine scelta per la locandina del Festival a denunciare che non gli avevano domandato se potevano usarla né pagato i diritti: un bel disastro.
P.S. Il Festival Thanatos e Orrore non credo esista. Ho immaginato di ribaltare quel che è successo a un Festival di Verona dove le cose sono andate più o meno come ho raccontato, ma con altre quote: ventotto maschi e una femmina. Cambiando l’ordine degli addendi la somma però non cambia. Ecco, almeno la scrittrice, traduttrice, editor e conduttrice radiofonica Chiara Valerio, quarantadue anni, autrice di La matematica è politica, potevano invitarla.