Chrissy Teigen e John Legend, perché non si può criticare chi mostra il dolore (di un aborto)
Hanno una carica emotiva senza precedenti le foto condivise via social da Chrissy Teigen. La modella americana 34enne, moglie di John Legend, ha voluto rendete pubblico il dolore di aver perso un figlio, mandando in Rete con una serie di toccanti scatti in bianco e nero il dramma vissuto al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles, dov’era ricoverata da alcuni giorni a causa di un’emorragia.
Purtroppo non c’è stato nulla da fare. «Siamo sotto shock e stiamo vivendo quel tipo di profondo dolore di cui hai sentito parlare ma che non hai mai provato prima», ha scritto la 34enne, «Non siamo stati in grado di bloccare l’emorragia e di dare al nostro bambino il sangue di cui aveva bisogno, nonostante le molte trasfusioni. Non è bastato. Non abbiamo mai deciso i nomi dei nostri figli fino all’ultimo momento possibile dopo la nascita, prima di lasciare l’ospedale. Ma qui, per qualche ragione, avevamo cominciato a chiamare Jack il bambino che avevo in grembo. Per noi sarà per sempre Jack. Jack ce l’ha messa tutta per essere parte della nostra piccola famiglia, e lo sarà per sempre», ha continuato dicendosi «immensamente grata» per i suoi primi due figli: Luna, 4 anni, e Miles, 2.
La modella non è di certo la prima famosa che negli ultimi anni ha infranto un tabù sociale per parlare pubblicamente della perdita di un bambino, un argomento come ha detto l’ex first lady Michelle Obama di cui si parla ancora troppo poco: «Quello che nessuno ti dice è che l’aborto spontaneo accade spesso, a molte più donne di quanto avresti mai immaginato, dato il relativo silenzio intorno», ha scritto in Becoming, la sua biografia del 2018, «L’ho imparato solo dopo aver dichiarato a un paio di amici che avevo avuto un aborto, quando mi hanno risposto, riempiendomi di sostegno, che era successo anche a loro».
Teigen, però, è stata la prima a voler mostrare le immagini fortissime e molto private di quel dolore con 32 milioni di persone. Immagini che anche in chi scrive, a prima vista, hanno fatto pensare se non fosse un po’ troppo, interrogandosi sul senso di privacy, di pudore e sul valore del silenzio. Così anche il dibattito social è stato scandito da commenti di molti utenti perplessi, di fronte, a loro dire, alla «spettacolarizzazione del dolore». Ma, a ben guardare, sono molti di più quelli che hanno sentito il bisogno di voler far sapere di esserci passati, di comprendere fino in fondo quel dramma. E anche le associazioni benefiche a sostegno di chi ha perso un figlio hanno voluto eloggiare la scelta della modella di essersi voluta mostrare senza filtri dal letto di ospedale: «Eessere così aperta sulla sua perdita richiede molto coraggio, ma è fondamentale rompere il silenzio in modo che chiunque perda un bambino lo sappia: puoi sentirti incredibilmente solo, ma non sei solo».
E poi non bisogna dimenticare che davanti al dolore degli altri non dovrebbero esistere critiche.