«Mina Settembre»: perché la fiction con Serena Rossi sta stregando il pubblico
Una donna semplice, che passeggia per le strade di Napoli schivando i mozziconi che qualche signora fin troppo distratta getta dal balcone e che cerca in tutti i modi di essere utile mettendo nel suo lavoro quello che non riesce a imprimere alla sua vita privata: ordine e rigore. Mina Settembre, il personaggio che sta stregando il pubblico di Raiuno da due settimane a questa parte radunando, nella serata del 24 gennaio, uno share del 24.9% pari a 6.254.000 spettatori, è l’ennesimo esempio di come la serialità italiana si stia sforzando di portare sullo schermo donne sfaccettate e imperfette, che si mostrano per quello che sono facendosi portavoce di quello che, fino a pochi anni fa, sembrava e esclusivo appannaggio degli uomini: coraggio e iniziativa.
Esattamente come Imma Tataranni, un altro grande successo di Raiuno, e come Petra, la serie prodotta da Sky con Paola Cortellesi, Mina Settembre, interpretata da una brillante Serena Rossi, porta con sé non solo l’assoluta dedizione al lavoro, ma anche le insicurezze che accompagnano il fronte amoroso e sentimentale. Così come Imma e Petra anche Mina, infatti, si mostra sperduta quando si tratta della vita personale: separata da un marito che l’ha tradita ma che cerca di riconquistarla (Giorgio Pasotti) e dall’attrazione per un ginecologo che un po’ le fa la corte ma un po’ lotta per ricomporre (anche lui) i pezzi di una vita coniugale disastrata (Giuseppe Zeno), Mina passa oltre e si concentra sul lavoro: è un’assistente sociale di grande bravura e non si tira indietro davanti a niente. Lì dove gli uomini tentennano, Mina agisce e, incurante delle conseguenze, si lancia nelle imprese più disparate (a volte anche assurde) pur di salvare il prossimo e rassicurarlo che una via d’uscita è sempre possibile.
Tra arrampicate sul cornicione per convincere un uomo a non suicidarsi e corse in ambulanza per salvare la vita a un bambino in pericolo, Mina è un vulcano in eruzione, è la donna sulla quale sai di poter contare pure la vigilia di Natale perché ogni scusa è buona per allontanarsi da una madre (la grande Marina Confalone) che non fa altro che criticarla e rimproverarle questo e quell’altro. Nonostante qualche ingenuità di fondo è chiaro che Mina Settembre, tratta dal personaggio creato dalla penna di Maurizio de Giovanni che, tra parentesi, ha fornito anche il materiale narrativo del Commissario Ricciardi con Lino Guanciale, piaccia al pubblico per quel missaggio sapiente che le fiction Rai riescono ad amalgamare con arte sopraffina. Insieme alle avventure lavorative e al triangolo amoroso, ecco, infatti, anche la complicità con le amiche (la derivazione sexandthecityiana non manca mai) e il mistero famigliare da sgrovigliare, frammenti di un puzzle che lo spettatore si diverte a ricostruire concedendosi una serata tranquilla e cullata dai buoni sentimenti.