Un po’ di rabbia ci vuole
Questo articolo è pubblicato sul numero 5 di Vanity Fair in edicola fino al 2 febbraio 2021
Anche se l’errore di classificazione della Lombardia in zona rossa fosse di una sola settimana e non di svariate, come sembrerebbe, vuol dire negozi chiusi in periodo di saldi. Confesercenti ha quantificato il danno, per i commercianti, in 600 milioni di euro nell’intera Lombardia, 200 milioni solo a Milano.
Eugenio Borgna è uno psichiatra lombardo di novant’anni, uno di quelli bravi, che fino dagli anni Sessanta sperimentava un nuovo modo di accostarsi alla malattia psichiatrica: più umano e più rispettoso del dolore del paziente.
Nel presentare il suo nuovo libro, che ha un titolo vintage come I grandi pensieri vengono dal cuore (Raffaello Cortina Editore), ha detto a Roberta Scorranese una cosa da segnarsi su un quadernetto e andarsi a rileggere ogni tanto: «Una delle tante forme di impoverimento nate da questa pandemia è la sensazione di non vivere questi mesi o di aver bruciato l’anno appena trascorso. Niente di più falso». E poi: «Non dobbiamo temere emozioni come la tristezza e la malinconia». Quello che Borgna dice da sempre è che bisogna andarci piano con gli psicofarmaci e che troppi medici identificano ogni dolore dell’anima come malattia psichiatrica. Di contro, persone sofferenti che invece dovrebbero proprio curarsi coi farmaci (questo lo ricordo sempre io perché avevo la mamma malata di ansia ossessiva che non si curava) non lo fanno.
Il professor Borgna dice che oggi vede somministrare fiumi di antidepressivi a persone che stanno vivendo solo una condizione di malinconia.
È vero che la tristezza e la malinconia fanno troppa paura, perché quando si è tristi ci si convince di esserlo sempre stati, e che lo si sarà per sempre, mentre invece, a meno di non essere malati in modo serio, più o meno tutto passa, a saper aspettare.
Se però io fossi un’estetista o un negoziante che non ha potuto lavorare per settimane e ha dovuto affrontare preoccupazioni, ansie, tristezze – in certi casi fino alla depressione – perché alla Regione Lombardia qualcuno ha fatto casino coi fogli di Excel mandandola in zona rossa anche quando non doveva, mi arrabbierei moltissimo. Pretenderei chiarezza e giustizia, o almeno le dimissioni del governatore, stavolta.
Accettiamo senza psicofarmaci la tristezza e la malinconia quando sono esistenziali e passeggere, ce le teniamo volentieri, le usiamo per conoscerci meglio, come suggerisce il professor Eugenio Borgna, ma dovremmo essere anche capaci di riconoscerne i motivi, quando sono oggettivi come ingiustizie, scorrettezze, cialtronate e relazioni tossiche – e imparare ad arrabbiarci, quando serve.
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