L’Italia ai Giochi di Tokyo con inno e bandiera, l’ultimo atto del governo Conte
Abbiamo l’inno, abbiamo la bandiera. Salvo Mameli, salvo il tricolore. Al fotofinish, ma ai Giochi di Tokyo gli azzurri sul podio potranno cantare «Fratelli d’Italia» e sventolare i nostri colori. Scongiurate le sanzioni che il CIO – Comitato Internazionale Olimpico – aveva ipotizzato nei confronti della spedizione italiana. Il Governo ha approvato ieri il decreto – già ribattezzato «Salva Olimpiadi» – sull’autonomia del CONI: era lì che si giocava la partita istituzionale.
Il primo a commentare l’approvazione del decreto è stato il Ministro dello sport Vincenzo Spadafora: «Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto contenente le norme che sanciscono l’autonomia del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Ora l’ultima parola spetta al Parlamento in sede di conversione».
La questione era spinosa. La Carta olimpica vieta a qualsiasi comitato olimpico di operare per il tramite del Governo. Attualmente la società Sport e Salute è invece il braccio operativo del Governo: nell’ottobre del 2018 aveva infatti sostituito la CONI Servizi e che era stata delegata dal nuovo governo per distribuire 370 milioni di contributi alle federazioni sportive al posto del CONI, al quale sarebbero restati 40 milioni per la preparazione olimpica. Fu l’inizio di una battaglia tra forze di governo e CONI. Una battaglia che dura ancora.
Oggi si è ribadito che nell’ambito delle sue funzioni il Coni infatti non può essere subordinato a una società del Governo. Il decreto «Salva Olimpiadi» – che di fatto si presenta come una vittoria del presidente del CONI Giovanni Malagò che da tempo spingeva per il decreto – arriva come una pezza a sistemare una faccenda che inevitabilmente scatenerà molte polemiche. Nel settembre 2019 era stato lo stesso Malagò – con una lettera aperta al CIO – ad esprimere «serie preoccupazioni» per la legge approvata dal Senato che definiva la cornice economica-finanziaria del rapporto tra CONI e «Sport e Salute».
Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha subito informato al telefono il numero uno dello sport mondiale, Thomas Bach: «La legge è ok, l’autonomia è salva». «Sono molto felice», la replica di Bach. A questo punto resta solo da vedere se i Giochi di Tokyo – slittati l’anno scorso per la pandemia e previsti in estate a Tokyo – si potranno disputare, come da programma, dal 23 luglio all’8 agosto.