Elisabetta II, che ha «il cuore spezzato» per la nuova ondata indipendentista della Scozia
Il 2020 per la regina Elisabetta II è stato un annus annus horribilis, turbato da troppi eventi sgradevoli tra cui spicca, oltre all’addio di Harry e Meghan alla royal family, la caduta del figlio Andrea di York, sempre più invischiato nello scandalo Epstein. Il 2021, per la novantaquattrenne sovrana, non è iniziato meglio. La Scozia chiede a gran voce un referendum sull’indipendenza dal Regno Unito. E la sovrana «ha il cuore spezzato». Ne è convinta l’esperta reale Ingrid Seward, che spiega: «La regina non vuole assolutamente che la Scozia diventi indipendente, ma non interferirà nel dibattito politico». Perché i royal sono neutrali da generazioni: non votano e non esprimono preferenze politiche. Per Elisabetta II, durante i suoi 68 anni di regno, mantenere la propria neutralità è stata una priorità.
Tuttavia Sua Maestà «è legatissima alla Scozia»: è lì, nell’amato castello di Balmoral, che da decenni trascorre le vacanze estive. E i giorni della sovrana nella sua tenuta scozzese sono «i più felici», come ha svelato la nipote Eugenie di York. Proprio a Balmoral, nel 2014, Sua Maestà attese i risultati del primo referendum per l’indipendenza della Scozia. Prima delle consultazioni, i principali partiti politici britannici avevano chiesto più volte che la regina facesse sentire la sua voce a favore del mantenimento dell’unione. La risposta di Buckingham Palace era stata secca e definitiva: «La regina è al di sopra della politica e non vi sarà alcuna dichiarazione». Ma quando la consultazione si concluse con la vittoria dei «no», The Queen non nascose il suo sollievo: «Non ho dubbi che gli scozzesi siano in grado di esprimere le loro forti convizioni, per poi tornare di nuovo insieme, in uno spirito di sostegno e di rispetto reciproco».
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