Con la famiglia Lunelli e Ernst Knam per scoprire l’eleganza della grappa
Chi beve grappa alzi la mano! Forse sarete tanti, ma non tantissimi: negli ultimi anni il consumo della grappa ha visto una discesa per poi avere un piccolo miglioramento, eppure, come spesso succede, basta provare l’eccellenza per capire l’eleganza e le potenzialità di un prodotto, per scoprire suadenze, profumi, e vere sorprese. Una grappa che profuma di mare? Esiste.
Una giornata intera dedicata al distillato 100% italiano ha permesso anche a una neofita (come chi scrive) di iniziare senza saperne niente e finire con qualche dritta e una certezza: la grappa non è affatto quella che avevi immaginato.
Con «Piacere Distillato» la famiglia Lunelli (leggi Ferrari Trentodoc, ovvero la prima Casa italiana di bollicine Metodo Classico – con cui da quest’anno si brinda anche in Formula 1!) ha voluto presentare una realtà d’eccellenza del gruppo, Grappa Segnana, in una giornata evento accompagna da degustazioni, dalle creazioni del maestro del cioccolato Ernst Knam, insieme alla moglie, Frau Knam, – che sta seguendo l’arte pasticciera di famiglia con le sue nuove creazioni (presto aprirà una sua sede accanto a quella del marito) -, e da un pranzo a quattro mani con le creazioni d Knam e di Edoardo Fumagalli, chef del ristorante di famiglia Locanda Margon. Il tutto a Villa Margon, la villa sopra Trento che domina la valle nel mezzo dei vigneti.
Il posto è quanto di bello ci possa essere, espressione dell’incontro perfetto tra arte, cultura e natura: una villa cinquecentesca ispirata alle ville venete con i grandi porticati e le sale affrescate, con una chiesetta, il bosco alle spalle e la vista sui vigneti di famiglia. Nata come residenza estiva della famiglia veronese Basso dal 1989 è la sede di rappresentanza della famiglia Lunelli: i quattro cugini – che sono oggi il volto dell’azienda fondata nel 1902 da Giulio Ferrari e acquisita nel 1952 dal nonno Bruno Lunelli – ci stanno aspettando.
Non è affatto male degustare (con moderazione) la grappa prima di pranzo: dà alla giornata il sapore di una vacanza. Grappa Segnana è una delle più antiche grappe trentine: nacque come distilleria nel 1860 quando a Paolo Segnana di Borgo Valsugana fu concesso il permesso a di andare di maso in maso con un alambicco per distillare le vinacce. Oggi la distilleria, entrata a far parte del gruppo Lunelli – usa le vinacce delle uve con cui si produce il Ferrari, un nuovo sistema a bagnomaria, e produce 12 grappe che raccontano eleganza, morbidezza e avanguardia. Nella degustazione – ci spiega Mirko Scarabello, mastro distillatore di Segnana – ci sono 10 parametri da considerare, da quello visivo all’intensità, la finezza e la franchezza al naso, dall’armonia in bocca al retrogusto.
Proviamo la grappa di Chardonnay, che nasce dalle uve con cui si produce il Ferrari, poi la grappa aromatica distillata dalla vinaccia del Traminer e quindi le invecchiate. «Ogni grappa nasce un’intuizione e da una storia» – racconta Marcello Lunelli, Presidente di Grappa Segnana – come la Segnana Riserva Alto Rilievo invecchiata in botti di sherry, nata dopo un viaggio in Spagna.
La più sorprendente, contro ogni paradigma o idea di cosa debba essere la grappa, è senza dubbio la Segnana Riserva i cui aromi nascono dall’invecchiamento in botti dell’isola di Islay, in Scozia, precedentemente utilizzate per la produzione di Whisky: oltre al torbato, le botti che stavano addossate ad una parete esposta verso il mare, hanno lasciato alla grappa un sentore salmastro.
Una grappa in cui senti il mare tra le montagne è una piccola poesia. E noi la proviamo insieme al cioccolato Frau Knam Señorita 72, anche questo nato da un’intuizione del palato di Ernst Knam mentre in Perù provava carabosse (il frutto del cacao) nella sua veste di ambasciatore del cacao peruviano. «Questo è un cacao che viene da un piccolo frutto e ha una bassissima acidità – racconta – il che permette di mantenere tutti i sentori del cacao».
Ricerca, impegno, ambizione all’eccellenza. Tutti questi aspetti si ritrovano in una giornata come questa, che è davvero 100% italiana, che inizia degustando grappa e finisce, nel tardo pomeriggio, camminando tra il vigneto Alto Margon, che si stende con la sua geometria verde alle pendici delle montagne e del bosco, fino a toccare i 600 metri. Torniamo insomma dove tutto nasce, al primo passo essenziale: al prodotto, curato con attenzione, biologico, nel rispetto dell’ambiente e di tutta la storia attraverso la quale si crea ogni cosa bella.