Angelo Lamberti: il bimbo del cimitero diventato riferimento per poesia e teatro
È un casteldariese d’origine controllata e non ha mai dimenticato le sue radici. Ed ora ad Angelo Lamberti, compaesano divenuto poeta e drammaturgo di vasta fama, il Comune, il Gruppo culturale “Amici del Castello”, la Pro loco e la Società Operaia hanno dedicato un quaderno della collana Rafflesia presentato domenica nel teatro Casa del Popolo. C’è l’intera vita di Lamberti nella settantina di pagine della pubblicazione curata da Gabriella Mantovani con la ricca documentazione fotografica trattata da Sandro Correzzola.
C’è il mondo di un’ottantenne dalla vena sempre verde che ancora sorprende con invenzioni linguistiche e drammaturgiche. Immagini dell’infanzia, della famiglia, dei successi imprenditoriali, degli incontri e le amicizie con i grandi della cultura italiana, le loro corrispondenze di stima e i numerosi premi collezionati dall’autodidatta divenuto apprezzato scrittore. Già il titolo del quaderno: “Dal cimitero di Castel d’Ario al virtuoso vizio di essere” è una sintesi della sua esperienza di vita: il luogo di nascita - cioè il cimitero dove il nonno faceva il seppellitore comunale - combinato con il titolo della prima silloge pubblicata nel 1997 con prefazione di Mario Artioli. Ed è sempre a Castel d’Ario che avviene l’incontro tra i due, propiziato da un altro personaggio di grande levatura: Giuliano Parenti. Artioli insegnava lettere alla scuola media, Parenti all’Avviamento professionale e Lamberti ricorda il giorno del loro primo incontro: 12 febbraio 1966. Data di lutto per la letteratura perché si spegne Elio Vittorini, autore di “Uomini e no”. Nello storico caffè fiorentino delle Giubbe Rosse, frequentato negli Anni Trenta del ’900 anche da Vittorini, oltre a mostri sacri come Montale, il trio Lamberti-Artioli- Parenti ha l’ardir di presentare la terza raccolta di poesie “Eclisse di Stella”. È il gennaio 2001 la dedica è di Giorgio Bernardi Perini, accademico virgiliano, filologo, latinista. Con il docente di letteratura latina all’Università di Padova, nativo di Marcaria, nasce un sincero rapporto di amicizia. Corrispondenze di stima Lamberti intesse con Claudio Gallico, don Ulisse Bresciani, con l’ex sindaco di Mantova Vladimiro Bertazzoni, con lo storico Rodolfo Signorini, con Umberto Bellintani: in pratica l’intellighenzia mantovana del secolo scorso. Conteggiare tutte le opere di Lamberti diventa un problema matematico, anche perché lui continua a sfornare dal 1971 testi teatrali e silloge di poesie, una stima magari per difetto potrebbe essere tra le 15 e le 20. Tra le ultime del 2021 è “Poesie in Italianese” in cui gioca con le parole e traccia un’ironica autocritica: “Dico della mia poesia, oscillante in equilibrio instabile tra realtà e finzione. A volte lo stile pretestuoso la tramuta in presuntuosa e anche un po’ astrusa, tanto da indurmi a sospettare che forse scrivo per non essere compreso». Per il teatro invece l’ultima fatica, si fa per dire perché scrivere per Lamberti è gioia pura, data 2023: “I laghi di Mantova” riunisce quattro testi tra cui “Una zattera di Terra” versione rielaborata della prima rappresentazione al Minimo nel 1968.
Il quarto testo che dà il titolo al libro è la storia reale di Bruno Rossi, comunista in fuga dalle persecuzioni fasciste approdato in Urss per finire vittima delle purghe staliniane. È sul retro dei “Laghi” che Lamberti riporta il giudizio a cui tiene di più. Nel 2015 Giorgio Barberi Squarotti, lo defini: “Uno straordinario drammaturgo, il migliore che io conosca nei nostri tempi e un poeta di molto valore”.