Mantova, l’allarme al Vasarone: con la bomba di mortaio recuperato anche un caricatore
Missione compiuta, con sorpresa finale. I palombari del gruppo operativo subacquei del Comsubin, il corpo d’élite della Marina Militare, hanno recuperato la bomba di mortaio rinvenuta da due giovani pescatori sotto il ponte del Vasarone. È stata messa in sicurezza e consegnata nelle mani degli artificieri del 10° Genio guastatori di Cremona. «Toccherà a loro _ dice in conferenza stampa il prefetto Gerlando Iorio _ custodire l’ordigno in attesa di farlo brillare in un luogo che è già stato individuato ma sul quale devono essere eseguite le ultime verifiche». L’ordigno è stato ricoverato in un luogo sicuro, sulla terraferma, dove verrà sorvegliato dalle forze dell’ordine e dalla Polizia locale, come disposto dal prefetto. In serata è stata poi riaperta la pista ciclo-pedonale.
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La sorpresa
Il prefetto annuncia che prima di individuare e raggiungere la bomba di mortaio i sommozzatori del Comsubin giovedì avevano trovato a poca distanza un caricatore, con proiettili, di un’arma lunga, probabilmente un fucile. Anche in questo caso a prendere in custodia i proiettili recuperati dai sommozzatori sono stati gli artificieri che, però, non li faranno brillare: «Verranno distrutti in un apposito forno» dice il capitano Palma del Genio guastatori collegato via telefono. Ieri è stato l’ultimo giorno di mobilitazione per recuperare l’ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale (gli esperti artificieri hanno dissolto anche l’ultimo dubbio circa l’età del residuato).
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Ultimo giorno
Le operazioni sono iniziate dopo le 13 quando la sponda della Canottieri ha cominciato ad animarsi di agenti e militari. Fino a quel momento c’era una volante della Questura a sorvegliare l’imbocco della darsena, dove era ormeggiato un gommone del comando subacquei e incursori Teseo Tesei di La Spezia, e lo specchio di lago Superiore dove il giorno prima era stata trasferita la bomba, lontano dalla ferrovia, dalla strada e dalla ciclabile. Poco dopo le 13.30 il gommone con quattro persone a bordo ha mollato gli ormeggi per dirigersi a monte della Canottieri. L’imbarcazione ha poi compiuto un ampio giro del lago fino a raggiungere il segnalatore, lasciato il giorno prima per indicare il luogo preciso dove era stato trasferito in sicurezza il proiettile di mortaio. «Abbiamo individuato una zona lontana da edifici e persone _ spiega il capitano di fregata Therry Trevisan del gruppo operativo subacquei palombari del Comsubin _ E quei giri sul lago con il gommone altro non erano che verifiche del fondale una volta definito il punto per prelevare l’ordigno e quello per la consegna agli artificieri, in modo che tutto si svolgesse in sicurezza». Il quartier generale si è trasferito, nel momento cruciale, nella zona del porticciolo della Canottieri: lì è avvenuta la consegna degli ordigni agli artificieri.
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Il recupero
Il recupero della bomba lunga una quarantina di centimetri e contenente oltre un chilogrammo di esplosivo, è avvenuto poco prima delle 14.30. Il gommone (in tutto la Marina anche ieri ha impiegato undici uomini che si sono uniti ai due guastatori e ai tanti agenti di Polizia di Stato, Polizia locale, carabinieri e vigili del fuoco), ha puntato deciso verso il palo segnalatore tra cormorani e gabbiani che fuggivano spaventati. Un sommozzatore si è calato in acqua fino ad una profondità di quattro metri per poi risalire con un involucro di cellophane in cui era stata avvolta la bomba, che ha passato ai colleghi a bordo. A quel punto, l’imbarcazione è ritornata verso il luogo scelto per la consegna dell’ordigno. «È stata un’attività non agevole durata tre giorni _ chiosa il prefetto _ ma tutto è andato per il meglio. Ringrazio tutti».