Sanremo 2024: abbiamo ascoltato in anteprima le 30 canzoni in gara
foto da Quotidiani locali
Ecco le canzoni del Festival di Sanremo al primo ascolto (nell'ordine in cui le abbiamo ascoltate).
- CLARA - DIAMANTI GREZZI - Crescendo orecchiabile, in zona Mahmood, radiofonico e ballabile. Un suono fresco, attuale, per un pezzo che ha tutte le caratteristiche per andare forte. Anche in classifica.
- DIODATO - TI MUOVI - Valzerino beatlesiano, con la nitidezza da brividi di una delle voci cantautorali più credibili degli ultimi vent’anni in Italia. Il ritornello si fa cantare pure fra i giornalisti.
- MAHMOOD - TUTA GOLD - Ha vinto da solo, ha vinto con Blanco. Calerà il tris? Plausibile. «Tuta gold» è un sequel ideale di «Soldi» (anche nel testo): hit fatta e finita, inesorabile nei suoi saliscendi.
- SANGIOVANNI - FINISCIMI - Non si può non immaginarlo duettare con Frah Quintale: il mondo è quello, più vicino a Venerus che a Coez. Romantico, accompagnerà tanti amori della generazione Z.
- LOREDANA BERTÈ - PAZZA - La rima «dentifricio-artificio» (chi se l’aspettava...) non inganni: la prima chitarra distorta a fare capolino è la sua. Molto, molto, molto pop (bridge compreso). Resta in testa.
- BNKR44 - GOVERNO PUNK - A scanso di equivoci: di punk qui c’è proprio nulla. La cosa più interessante è il ritornello blancheggiante. Filastrocca semplice semplice, promette scintille su Spotify.
- ALESSANDRA AMOROSO - FINO A QUI - «Basta solo un po’ di vento e tutto vola via». Cassa, rullante e il pezzo più classicamente sanremese che si possa immaginare allunga la falcata. Fra le teste di serie.
- FRED DE PALMA - IL CIELO NON CI VUOLE - «Massimo Alberti già pensa a come mixarlo nelle serate», prevede Amadeus sorridendo al dj che manda i pezzi al suo fianco. Accattivante, fin dal synth iniziale.
- FIORELLA MANNOIA - MARIPOSA - Reggaeggiante, deandréggiante, «una nessuna centomila»: suggestioni estive, una ventata di freschezza che nel suo ritmo in levare profuma di canzone d’autore.
- THE KOLORS - UN RAGAZZO UNA RAGAZZA - «Un ragazzo incontra una ragazza» e non c’è nemmeno bisogno di remix: perfetta così per discoteche, stadi e feste di piazza. Stash e Petrella pronti a bissare «Italo disco».
- EMMA - APNEA - Anche Emma ha voglia di ballare. «È col-pa mia, se adesso siamo in bi-li-co...» e tutti in pista, pure qui. Ha già vinto, ha già presentato. Non torna solo per partecipare.
- SANTI FRANCESI - L'AMORE IN BOCCA - Lo spleen di «un mare calmo» sfocia nella cassa in quattro che conduce a «un porto sicuro». Idee chiare, fin dai tempi in cui stravincevano X Factor. Per niente effimeri.
- ROSE VILLAIN - CLICK BOOM! - Petrella, ancora tu. E Rose Villain ha un asso da calare sul tavolo sanremese. L’inciso spacca e promette di funzionare parecchio nei mesi a venire. Soprattutto in radio.
- NEGRAMARO - RICOMINCIAMO TUTTO - «Quanto è passato dall’ultima volta» canta Sangiorgi. Mare, sale, ferite: parole-chiave di un universo che segue le leggi dell’amore citando Battisti, cercando una maestosità.
- BIGMAMA - LA RABBIA NON TI BASTA - Di nuovo cassa dritta, anzi drittissima. Melodia studiata e scritta per essere masticata come un chewing-gum, inno al mainstream come può esserlo in Italia nel 2024.
- RENGA E NEK - PAZZO DI TE - «L’amore è un giudice». Renga scrive con Diego Mancino, Dardust aggiunge il suo tocco con Nek e la ballata si dipana morbida, inno al bel canto del duo. Canzone vera.
- GHALI - CASA MIA - Sembra aver perso la bussola da un po’. Prova a ritrovarla con Michelangelo e Petrella (certo, Petrella). Il risultato pare frutto di un’intelligenza artificiale. Da risentire.
- IRAMA - TU NO - Ricordate Rag’n’Bone Man? «I’m only human after all...». Ecco: Irama ci prova. Da habitué (ormai) dell’Ariston ci mette pure archi in abbondanza. Piacerà? Dubbio legittimo.
- ANGELINA MANGO - LA NOIA - Madame (e Dardust) per «la cumbia della noia»: amore e festa, ritmo e gioia. Spaccherà, sicuro, anche perché la figlia d’arte (di padre e di madre) ha tutto per diventare star.
- GEOLIER - I P' ME, TU P' TE - Occhio a Geolier: può essere il Lazza del 2024. Con la sua squadra di autori ha confezionato una formula che non tradisce i fan ma al tempo stesso va bene per Sanremo.
- MANINNI - SPETTACOLARE - «Ma abbracciami abbracciami / che è normale». Molto festivaliero, anche troppo. Non punge, accarezza. Una scelta che in questa edizione danzereccia va controcorrente.
- LA SAD - AUTODISTRUTTIVO - «L’amore spacca il cuore / ti lascia in coma dentro il solito bar». Theø e soci vanno veloce, con la scrittura di Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari nel motore. Avanti tutta.
- GAZZELLE - TUTTO QUI - Fa se stesso, è se stesso: «Tutto qui» e va bene così, visto che finora la carriera non gli ha detto proprio male. Non deluderà i fan, non disturberà gli altri. Rassicurante.
- ANNALISA - SINCERAMENTE - Ok, ci siamo anche questa volta: con Simonetta e Antonacci junior cavalca un drago da classifica. «E mi piace quando quando quando quando piango...». Favorita d’obbligo.
- ALFA - VAI! - Se esiste una scuola di tormentoni, lui già si candida per una cattedra: anche per la prossima estate siamo a posto. «Vai» a farti sentire un po’ ovunque, prevedibilmente.
- IL VOLO - CAPOLAVORO - «Io che sto seduto dentro a un cinema / a sognare un po’ d’America». Hanno già vinto, difficilmente si ripeteranno, ma rinfrescheranno la memoria. Su rotte consuete.
- DARGEN D'AMICO - ONDA ALTA - «C’è chi mi chiama figlio di puttana / Che c’è di male? L’importante è aver la mamma». Dargen hitmaker, con una marcetta spedita più di «Made in Italy» di Rosa Chemical.
- IL TRE - FRAGILI - «Fragili come la neve» con una buona dose di autotune e pure i violini. Secondo tempo con un po’ di rap, una rarità in questa edizione votata alla cassa dritta.
- MR.RAIN - DUE ALTALENE - «Io e te fermiamo il mondo quando siamo insieme». Un inciso da cantare in coro (con un po’ di rap e di autotune). L’anno scorso sul podio, ha le carte in regola per ripetersi.
- RICCHI E POVERI - MA NON TUTTA LA VITA - «Tanto lo sai che ti aspetto / ma non tutta la vita». Mani in alto: i Ricchi e Poveri riscrivono il manuale del pop. «Non amarmi», un po’ di Abba e molto Paola e Chiara.