Tinagli tiene a battesimo la scuola di politica del Pd

L’Europa e il suo futuro sono stati il primo argomento della scuola di formazione politica del Pd aperta sabato 3 febbraio dall’europarlamentare Irene Tinagli nella sede della federazione provinciale del partito in via Lunetta, trasformata in aula scolastica per aspiranti amministratori in vista delle prossime elezioni in 38 Comuni.

La scuola

Quello di sabato è stato il primo dei cinque appuntamenti messi in calendario fino ad aprile che si svolgeranno sempre il sabato pomeriggio. Bisogna essere molto motivati per sacrificare alla politica i sabati; e infatti gli iscritti sono 35, «più delle aspettative – afferma Beatrice Benaglia della segreteria provinciale, organizzatrice della scuola – non era scontato avere tante adesioni». La scuola «è aperta a tutti – aggiunge – iscritti e non, e la nostra idea è quella di far partecipare gli aspiranti amministratori, a cui proveremo a dare alcuni stimoli».

Per questo le materie che verranno trattate sono quelle legate al funzionamento degli enti locali e alla loro conduzione dal punto di vista politico-amministrativo. Si parlerà di Europa, bandi, programmazione urbanistica, welfare, bilancio e terzo settore.

«Nelle lezioni – spiega Benaglia – avremo una parte politica e una più tecnica. Nel primo appuntamento, infatti, con l’europarlamentare Tinagli c’era Sofia Salardi, funzionario del Comune di Mantova». I docenti, dunque, saranno esponenti della politica nazionale e tecnici che vivono le realtà amministrative.

Il quadro non è ancora definito (pronta Marwa Mahmoud, della segreteria nazionale del Pd).

Futuro europeo

Prima di incontrare gli “studenti“ Tinagli per la lezione aveva partecipato a un incontro con amministratori, iscritti e rappresentanti di categorie economiche nel foyer del Teatro Sociale. Ad intervistarla davanti a un folto pubblico Giulio Cisamolo di Telemantova.

L’europarlamentare ed economista si è soffermata sulle nuove regole del patto di stabilità: «Quelle uscite dal consiglio non vanno bene – ha detto – in parlamento stiamo cercando di cambiarle. Noi vogliamo che i piani di rientro dal debito non incidano sulla spesa sociale dei singoli Stati».

Quanto al prossimo voto europeo, «la maggioranza Ursula, magari allargata ai verdi, reggerà, anche se il pericolo che la politica comunque slitti a destra esiste». Si ricandiderà? «Sarà il partito a decidere, sono a disposizione».