Raddoppio Mantova-Codogno, gli enti rassicurano: vigilanza sui tempi

Paventare quindici anni di disagi per i pendolari mantovani è quanto meno prematuro visto che è ancora in corso il dibattito pubblico sui lavori per il raddoppio ferroviario nella tratta cremonese della linea Mantova-Milano: a rispondere all’allarme lanciato dagli ambientalisti cremonesi sono il sindaco Mattia Palazzi, il presidente della Provincia Carlo Bottani e il deputato Andrea Dara che ha contattato sabato 3 febbraio Rfi.

«No a tempi sparati a caso»

Il sindaco intanto chiarisce che «il cantiere avviato sulla tratta mantovana non finirà nel 2038, ma nel 2026 anche perché utilizza fondi Pnrr», che per la seconda tratta di 50 chilometri Piadena-Codogno «Rfi sta ancora lavorando al progetto, per cui sparare dei tempi a caso oggi è totalmente prematuro e genera confusione» e «non essendo legata a fondi Pnrr potrebbe operare anche a linea attiva, su questo deciderà la Regione a tempo debito con Rfi e la Provincia di Cremona e tutti gli enti coinvolti».

Inoltre, prosegue il sindaco, «non è nemmeno vero che questi tempi sono fatti per “favorire“ l’autostrada Mantova-Cremona, infrastruttura che ad oggi non è ancora chiaro se si farà o no, da parte di Regione Lombardia. Altra cosa, ed è di buon senso ed equilibrio, è che Rfi stia affrontando i progetti sul raddoppio, come è giusto che sia, anche valutando gli spazi per la Mantova-Cremona se ci sarà».

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In conclusione secondo Palazzi l’impegno di Rfi «deve essere quello di garantire che i lavori non sforino nemmeno di un mese i tempi» e quello della Regione e degli enti locali è «garantire più alternative ai servizi sostitutivi, come abbiamo chiesto, inserendo anche il bus su Peschiera e un biglietto ridotto per l’alta velocità su Milano per i quali spero che arrivi presto l’ok di Regione e Trenord».

Dal canto suo il presidente della Provincia Carlo Bottani si dice fiducioso che le tempistiche dei lavori siano quelle dichiarate a suo tempo con il termine nel 2030 e assicura che «sarà mia cura tenere aperto il dialogo con la commissaria De Gregorio per fugare ogni dubbio e preoccupazione».

Preoccupazioni nate, come spiega ancora il referente dei comitati anti-autostrada Cesare Vacchelli, anche dalle richieste degli agricoltori cremonesi.

Dibattito pubblico in corso

A ricordare che «è in corso il dibattito pubblico sul progetto di fattibilità tecnico economica del raddoppio della Codogno-Piadena nel corso del quale Rfi sta raccogliendo le sollecitazioni dal territorio che verranno attentamente valutate» è anche il deputato Andrea Dara dopo aver preso contatti con Rfi.

«La proposta di Rfi di realizzare taluni tratti in interruzione della linea esistente (Codogno-Cavatigozzi) e altri lasciandola in esercizio (Cremona-Piadena) si è posta l’obiettivo di minimizzare i disagi per i pendolari della Milano-Mantova, senza però dimenticare la vocazione merci della linea di interesse – aggiunge Dara –Quanto progettato si propone di garantire il giusto equilibrio tra le esigenze dei pendolari e quelle delle merci, che diversamente andrebbero a interessare le arterie stradali. Partendo comunque dalle sollecitazioni del territorio, si stanno valutando anche più scenari».

E anche Dara ribadisce che le tempistiche dei lavori per il raddoppio «non dipendono dalla risoluzione di interferenze, tra cui quella con l’autostrada Cremona Mantova», tenendo presente che «il progetto del raddoppio non può prescindere dal progetto dell’autostrada in quanto presente in strumenti pianificatori di più ampio respiro».

Resta il fatto che a chiusura del dibattito pubblico «sarà comunque organizzato un tavolo tecnico con Regione Lombardia per valutare tutte le richieste del territorio». A oggi, quindi, l’unica data certa di fine lavori è quella del tratto mantovano: 2026.