L’antico passaggio sul canale salvato dai cittadini a Commessaggio
Il ponte in barche, sul canale Navarolo, è un piccolo gioiello che, come spesso accade, è nato per essere provvisorio, ed è oggi è un monumento che merita un lavoro di recupero importante, curato da Matteo Guardini, architetto di Cavriana, progettista e direttore dei lavori e del cantiere. «La storia di questo ponte è importante per molti aspetti, alcuni dei quali credo che abbiano un valore per l'epoca che stiamo vivendo».
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«In primis, fu costruito utilizzando pezzi di legno del vecchio ponte, oltre al recupero dei parapetti in metallo che sono stati riutilizzati sul ponte di barche. Il recupero ha interessato poi anche le stesse barche di cemento, prese dai ponti dismessi del Po, e arrivate qua in treno, e poi trainate con piccole barche sul Navarolo. Questo ci insegna che il riuso dei materiale non è solo prassi del giorno d'oggi, ma la apprendiamo dal passato».
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Il recupero del 1976
Allo stesso tempo, prosegue Guardini, «le persone del paese si erano messe in moto per costruire questo ponte in barche. Fu iniziato il 12 aprile e terminato il 17 maggio del 1976, ed è stata un'impresa di un intero paese. Questo è un bel messaggio, quello cioè di una comunità che si mette al lavoro per realizzare un'opera utile a tutti». A raccontare l'impresa ci pensano Petronio Gerola (detto Cesare), e i fratelli Sanguanini, Agostino e Ettore, che lavorarono al ponte nel 1976.
Gli abitanti di Commessaggio si erano messe in moto per costruire questo ponte in barche. Fu iniziato il 12 aprile e terminato il 17 maggio del 1976, ed è stata un'impresa di un intero paese
«Quello che c'era, costruito in legno, con i parapetti in metallo, gli stessi che ci sono ancora e che vengono recuperati, era ormai marcio. Quando abbiamo avuto il via dal commissario prefettizio di Sabbioneta e dal consiglio comunale di Commessaggio, è stato sganciato ed è subito collassato. Abbiamo tolto la ghiaia e il legno marcio finiti in acqua. Il Navarolo, canale di irrigazione, fu chiuso, e lavorammo sul letto del fiume, con la ruspa, per rimuovere i detriti, e le palafitte in legno lunghe sette metri. Accanto c'erano gli appoggi di un ponte precedente. A quel punto abbiamo salvato, e riutilizzato, il legno buono; il metallo e, infine, recuperato le barche, sette in totale, una è rimasta di scorta, da Torre d'Oglio, dove c'erano ammassate quelle dismesse dai ponti del Po. Ad aiutarci anche le nostre mogli, che hanno dipinto i parapetti di metallo».
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Una volta terminato, il ponte avrebbe dovuto essere provvisorio. «Oggi invece - proseguono i tre ex operai - lo sistemano, come abbiamo fatto noi, cercando di recuperare quello che si può, e anche con le indicazioni degli enti competenti. Avremo ancora il nostro ponte». I misteri del ponte, però, non sono finiti, perché la storia è sempre ciclica. In ogni comunità le novità spaventano, soprattutto quando si tratta di piccoli paesi.
Lanciavano i sassi
«Il consiglio comunale di Commessaggio votò di notte, nel 1976, il via libera ai lavori. Noi alla mattina, dalla sponda di Sabbioneta, abbiamo iniziato. Subito dall'altra parte sono partite le polemiche. Una volta demolito il vecchio ponte, c'era chi era contrario a costruire quello che abbiamo oggi, ritenuto ora un vero monumento. Ci tiravano i sassi dall'altra sponda. Non volevano che si lavorasse per realizzare la nuova costruzione. Non solo, il progetto finanziato all'epoca era, in realtà, per una struttura in cemento. Noi, come comunità, ci siamo auto tassati per realizzare questo ponte, ed è per questo motivo che era considerato provvisorio. Poi di fatto è rimasto questo».
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Oggi che per mantenerlo anche negli anni a venire si mette nuovamente mano alla struttura, architetto e maestranze devono lavorare “all’antica“, utilizzando le tecniche del passato e recuperando tutto il materiale possibile. Perché la storia è anche il lavoro dell’uomo e il suo territorio.
I nuovi lavori con i fondi del Pnrr
I lavori di restauro e recupero del ponte di barche di Commessaggio sono possibili grazie a un finanziamento del Pnrr di oltre 400 mila euro incassato dall’amministrazione guidata dal sindaco, Alessandro Sarasini.
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Anche Sabbioneta, che si trova sull’altra sponda del fiume, aveva candidato questo ponte come opera per ottenere fondi, ma alla fine le risorse sono state assegnate al Comune di Commessaggio, che è dunque titolare di questa impresa. Al termine dei lavori, che è previsto fra quattro mesi al massimo, il ponte verrà riaperto soltanto al traffico leggero. Non vi potranno più transitare, quindi, mezzi pesanti come camion, autoarticolati e trattori, come accadeva, invece, anche nel recente passato.
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Il sindaco Sarasini, soddisfatto per il via all’intervento, annuncia che al taglio del nastro ci sarà ben più d’una semplice cerimonia: «Al termine dei lavori, per la riapertura, faremo una bella festa - dice Sarasini - E sarà un evento importante per tutta la nostra comunità».