L’addio al tempio Sikh all’autista ucciso a Prato
Nella mattina di sabato 24 febbraio al tempio Sikh “Gurdwara Singh Sabha” di Novellara è stato dato l'estremo saluto ad Harpal Singh, l'autista 59enne ucciso a coltellate a Seano, in provincia di Prato il 9 febbraio.
La vittima abitava a Gonzaga con la moglie e tre figli di 25, 24 e 17 anni. I due assassini, due pakistani di 22 e 30 anni, sono stati arrestati dai carabinieri di Prato.
Alla cerimonia era presente il sindaco Elena Carletti. Harpal è stato il fondatore del tempio di Novellara e per tutti i Sikh era un punto di riferimento.
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Il pianto e la disperazione non sono consentiti, pur essendo un momento duro, gli inni collettivi, tratti dalle Scritture, della comunità Sikh servono ad indirizzare i pensieri verso Dio. Sulla bara è stata stesa una bandiera del Punjab.
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Al rito ha partecipato anche la comunità mantovana e in particolare quella che fa riferimento a Suzzara. «Un momento di grande dolore» ha commentato il presidente della comunità Sikh di Suzzara, Singh Hardip.
Secondo il rito il corpo viene lavato e rivestito con abiti nuovi, accanto vengono posizionati i cinque simboli sikh: un coltello che rappresenta la compassione e il compito di difendere la verità; un bracciale in acciaio inossidabile; un intimo; un piccolo pettine; dei capelli integri. La bara è stata poi trasportata a Modena per il rito della cremazione. Le ceneri saranno riportate in Punjab e sparse nel fiume sacro.
Chi era
Singh era una figura stimata e autorevole per le comunità Sikh distribuite tra il Basso Mantovano e il Reggiano. Harpal Singh, l’autotrasportatore di 59 anni brutalmente assassinato in provincia di Prato, era stato tra i fondatori del tempio Sikh di Novellara, il più grande d’Europa. Alla sua inaugurazione, nel 2000, presenziò anche Romano Prodi, in veste di presidente della Commissione europea. La notizia della morte di Harpal Singh è stata accolta con dolore dalla comunità che fa capo a Suzzara.
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«Una giornata triste e dolorosa - riferisce il presidente della comunità, Hardip Singh - era una persona rispettata e per bene. Morire in questo modo è orribile». Sposato, tre figli, Harpal Singh abitava a Gonzaga dove aveva sede la sua ditta di trasporti. Ieri la sua abitazione è stata meta di una processione di amici provenienti non solo dal Mantovano ma anche dal Reggiano. La testata Il Sikh-La Voce della Comunità, dedica un articolo all’assassinio dell’autotrasportatore ricordandolo tra i fondatori dell’associazione Sikhi Sewa Society.