Debutta la nuova aula consiliare in Comune a Mantova con i maxi schermi
Il consiglio comunale torna a riunirsi lunedì 4 marzo alle 17.30 nella sala consiliare di via Roma dopo due settimane di lontananza forzata. Si sono conclusi i lavori per l’installazione del nuovo impianto di videoregistrazione e trasmissione in streaming delle sedute che hanno richiesto la chiusura della sala per smantellare i vecchi monitor, installare i nuovi e ripristinare tutti i collegamenti.
Si torna a casa
Nel frattempo, il presidente Massimo Allegretti aveva convocato una seduta a palazzo Soardi per procedere alla surroga di un consigliere e rispettare i tempi imposti dalle norme. Adesso si ritorna a casa. «Ringrazio l’amministrazione per aver finanziato l’operazione – dice Allegretti – L’impianto sonoro della sala è già stato utilizzato in questi giorni per alcune conferenze stampa e tutto ha funzionato per il meglio. Adesso c’è il test più importante della seduta consiliare. Proprio perché siamo all’avvio ho tenuto un ordine del giorno leggero con quattro mozioni per testare anche il voto elettronico». Il vecchio impianto risaliva al 2005 e spesso si era mostrato inaffidabile. «Già durante il primo mandato Palazzi – spiega il presidente del consiglio – avevo chiesto alla giunta di cambiare il sistema audiovisivo, ormai vetusto e superato. Basti pensare che quell’impianto andava ancora in analogico e che i contatti col mondo esterno, ormai in digitale, erano sempre più difficili». Tradotto, non solo ormai si faceva fatica a trasmettere in diretta online le sedute del consiglio ma c’erano problemi anche per la loro verbalizzazione digitale che, invece, è fondamentale assicurare.
La spesa
«L’amministrazione – continua Allegretti – aveva fatto un primo tentativo per trovare una soluzione, ma la spesa era eccessiva e, quindi, il progetto era stato accantonato. Adesso, grazie all’assessore Nepote e alla sua collaboratrice Cristina Donati, e con l’appoggio di Aster, i soldi sono stati trovati. Alla fine si è speso 57mila euro per l’hardware e 4mila per il software, più l’Iva». In aula non ci sono più i monitor per ogni singolo consigliere («troppo costosi, vi abbiamo rinunciato» dice Allegretti), ma solo due schermi da 55 pollici ciascuno, oltre alla piattaforma col microfono e per il voto elettronico in ogni postazione; una telecamera mobile inquadrerà di volta in volta chi parla e ne trasmetterà immagine e sonoro. Una regìa tecnica, che riceverà l’input dal presidente, concederà o toglierà la parola.