Milena Vukotic: «Abbiamo tutti bisogno di poesia»
«Abbiamo tutti bisogno di poesia, di andare oltre, di sognare, per questo il teatro non finirà mai». Sinceramente emozionata, Milena Vukotic ieri sera ha ricevuto il Premio “Arlecchino d’oro” al termine dello spettacolo “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, con la regia di Geppy Gleijeses, in un teatro Sociale tutto esaurito. Nel pomeriggio l’attrice ha ricevuto il saluto del sindaco Mattia Palazzi prima di ritirarsi in camerino per calarsi nei pani del suo personaggio, la Signora Frola.
«Questo premio è una grande responsabilità per me, e un onore, ho visto l’elenco di chi mia ha preceduto e spero di esserne degna - ha detto - Quella di Arlecchino è una maschera molto significativa».
L’attrice ha ricordato le sue precedenti presenze a Mantova, al teatro Bibiena, molti anni fa, con musicisti con i quali ha realizzato dei reading dedicati a Mozart.
Le donne
Vukotic è fiduciosa sul ruolo delle donne nel mondo dell’arte: «Finalmente vengono riconosciute come meritano. Ce ne sono state tante, in tutte le epoche. Ad esempio, io ho interpretato un ruolo bellissimo, in teatro, quello di Emilie di Chatelet, una scienziata vissuta nel Settecento, all’epoca di Voltaire. Lei aveva potuto studiare e farsi valere, e allora non era facile. Oggi, ai giovani, cui però non sono capace di dare consigli, voglio solo dire di fare quello che si sentono. Quando si ha fede in quello che si fa nascono le energie anche per combattere».
Una grande attrice, come la ha definita anche Federica Restani, presidente della Fondazione “Umberto Artioli”, Vukotic ha ribadito il suo amore per il teatro.
«Ho avuto la fortuna di fare tante esperienze, in televisione, al cinema, ma mio padre scriveva per il teatro, ha conosciuto Pirandello e mi ha sempre incoraggiato a fare quello che mi sentivo – ha detto -. C’è bisogno di esprimersi, di giocare con questa maschera, di non perdere la dimensione dell’infanzia, di cambiare l’espressione della faccia e sfogare quello che si ha dentro nei nostri sogni».
Sul palco
Ieri sera Vukotic, classe 1935, si è cimentata in un testo che l’aveva vista quasi debuttare all'inizio della carriera, dopo un passaggio televisivo con “Giamburrasca” come ha precisato: «Allora avevo interpretato la giovane Dina, oggi la Signora Frola, un personaggio mite e consenziente all’inizio, di cui poi viene fuori poi l’anima nera in contrasto con quello che appariva, e lascia dei dubbi. Questo lavoro di Pirandello è particolarmente importante e potrebbe essere stato scritto ora, non ha epoca né fine. Come dice il titolo (se vi pare), ci lascia tutte le sere nel mistero, senza un significato definitivo. Pirandello, per certi aspetti ha preceduto Freud e la psicanalisi, è riuscito a scavare nell'animo umano. È un lavoro di grande modernità».