Matrimoni religiosi in ripresa: ma vincono le unioni in Comune
foto da Quotidiani locali
Il «sì per sempre» pronunciato davanti al sacerdote oppure davanti all’ufficiale pubblico continua a piacere ai mantovani. Negli ultimi nove anni i matrimoni in città sono aumentati passando dai 157 del 2015 ai 170 dell’anno scorso. All’interno di questi due dati, però, si cela una diversità di preferenze rispetto al rito civile o a quello religioso. Insomma, se ci si sposa di più a Mantova, la scelta di come farlo, del rito, ancora incide. E la preferenza ricade soprattutto sulla decisione di impalmare il partner davanti al sindaco o ad un suo delegato. Anche se l’anno scorso l’altare è tornato in auge.
L’emergenza sanitaria
Sempre prendendo come data di partenza il 2015, si è visto che i matrimoni civili sono aumentati da 108 a 128 nel 2023, mentre nello stesso periodo quelli religiosi sono diminuiti da 49 a 42. La tendenza a preferire il municipio alla chiesa è ormai consolidata da anni. A Mantova, per esempio, dal 2015 ad oggi il numero dei matrimoni con rito religioso sono decisamente meno di quelli con rito civile. Nove anni fa le coppie di sposi che hanno pronunciato il fatidico sì davanti all’altare sono state 49; l’anno dopo 47 e, nel 2017 e nel 2018, ancora 49. Poi c’è stato un calo drastico, complice anche il periodo del Covid: 33 matrimoni religiosi nel 2019, 22 nel 2020 (il minimo degli ultimi nove anni a causa della pandemia che aveva bloccato tutto), 27 nel 2021 (con ancora gli echi dell’emergenza sanitaria), 30 nel 2022 e 42 l’anno scorso (l’incremento maggiore, 12, da un anno all’altro). In contemporanea, i matrimoni civili sono sempre stati in triplice cifra, anche in questo caso tranne che negli anni della pandemia, il 2020 e il 2021, quando furono rispettivamente 64 e 90, e nel 1998. Prima e dopo è andata decisamente meglio: nel 2015 erano 108, nel 2016 128; 107 nel 2017. Nel 2018 si è scesi a 98 ma l’anno dopo si è risaliti a 119; nel 2021 sono stati 116 e nel 2023 128. Interessante un dato: quello dei matrimoni in cui almeno uno dei due coniugi è straniero. Ebbene, in città, dal 2015 ad 2023 si è passati da 42 a 54 matrimoni “misti“, in aumento dal 2021 quando furono 26.
Divorzi e separazioni
Sono in diminuzione le separazioni senza ricorrere a giudici e avvocati, e presentandosi davanti all’ufficiale di stato civile del Comune. Nel 2022 erano state ventitré le coppie che avevano scelto questa strada che, però, deve avere alla base l’assenza di figli e la volontà di chiudere il rapporto senza tensioni; l’anno scorso queste coppie si sono ridotte a diciassette. In aumento, invece, i divorzi ottenuti con la stessa procedura: dai 25 del 2022 ai 29 dell’anno scorso 2022. In totale, tra separazioni e divorzi si è raggiunta quota 46, due in meno rispetto all’anno precedente. Niente a che vedere con i 73, tra separazioni e divorzi, del 2015, i 68 del 2016, i 61 del 2017 e i 71 del 2019. Sono state, invece, due le coppie che, l’anno scorso, si sono rivolte al Comune, ma con l’avvocato, per separarsi o divorziare; nel 2022 erano state cinque.
Unioni civili
Sono in aumento, ma di poco, le unioni civili tra persone dello stesso sesso: dalle quattro del 2022 si è passati alle cinque del 2023, comunque in netto calo rispetto ai primi due anni, 2016 e 2017, di efficacia della normativa, quando furono rispettivamente dodici e quindici. Da segnalare che dal 2016 al 2023, a fronte di 62 unioni civili ci sono stati appena sei scioglimenti, di cui due solo l’anno scorso dopo lo zero del 2022.