Il maltempo piega il vino, a Mantova cala la produzione Doc
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foto da Quotidiani locali
Il 2023 per la produzione vinicola mantovana è un anno per molti aspetti da dimenticare, dai volumi ai consumi in affanno. I numeri, comunica Coldiretti Mantova sulla base di statistiche regionali legate alla dichiarazione vitivinicola, descrivono un forte ridimensionamento delle rivendicazioni (la richiesta cioè di classificare il vino secondo gli schemi delle Indicazioni geografiche), prevalentemente a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche per effetto degli estirpi, che riducono le superfici vitate e, di conseguenza, le quantità.
Effetto maltempo
«Il tema - commenta Gianni Rondelli, responsabile del settore vitivinicolo per Coldiretti Mantova - non è tanto legato alla qualità, che nel 2023 si è collocata indiscutibilmente su un gradino piuttosto elevato, quanto alle quantità, fortemente ridimensionate a causa degli effetti delle piogge che hanno colpito i vigneti nel mese di maggio e nelle prime due settimane di giugno. Un eccesso di precipitazioni che hanno favorito l’insorgenza di alcune fitopatie, cui sono seguite violente grandinate nel mese di luglio». Precipitazioni dall’impatto catastrofale, seppure a macchia di leopardo, che hanno in parte falciato i vigneti, provocando un crollo delle rese. Le Doc del territorio hanno pertanto registrato produzioni contrazione: 1.259 ettolitri per i vini certificati Garda Colli Mantovani, con una flessione del 10,4% rispetto al 2022; è andata peggio al Lambrusco mantovano Doc, che con 4.730 ettolitri ottenuti nel 2023 ha perso il 25,13% in quantità; e 17.002 ettolitri per la produzione della più ampia, geograficamente, Doc Garda: -33%.
Calo di produzione
Cifre che, paragonate alle produzioni di appena cinque anni prima, sembrano distanti anni luce (con l’eccezione del Garda Colli Mantovani che nel 2018 registrava una produzione vicina ai 1.814 ettolitri, quindi superiore in quantità del 30,6% rispetto al 2023). Scorrendo i dati, nel 2018 le produzioni di Lambrusco mantovano erano superiori ai 14.740 ettolitri (più del triplo del 2023), mentre la doc Garda sfiorava i 22.900 hl (+34,5% sul 2023).
Anche nella classificazione Igt, che comunque esprime una classificazione di vini di qualità, le rivendicazioni dei produttori si fermano per la definizione “Provincia di Mantova” a 11.945 ettolitri (-42,25% rispetto al 2022), a 4.130 ettolitri per il vino di Quistello (-7,92%), mentre appare in netta controtendenza l’Igt Alto Mincio, che con 10.033 ettolitri segna un avanzamento notevole, nell’ordine del 92,7% rispetto all’anno precedente. Dal presidente della Cantina di Quistello, Luciano Bulgarelli, arriva la conferma dell’impatto dirompente dei cambiamenti climatici
Meno consumatori
Emergono, tuttavia, anche altri fattori. Un rallentamento dei consumi di vino, legati in parte «alle campagne di comunicazione contro l’alcol _ sostiene Coldiretti _ dove il messaggio di bere con moderazione è spesso estremizzato e scivola quasi nel proibizionismo». Aggiunge Bulgarelli: «Anche la spinta verso i vini dealcolati o a basso tenore alcolico non favoriscono le vendite di altre tipologie così come il calo dell’export e la volatilità dei prezzi penalizza un vino del territorio come il Lambrusco, dove la marginalità a volte è ridotta e dove, in qualche caso, abbiamo assistito ad una rinuncia alla rivendicazione della Doc, per posizionarsi su una classificazione più generica come l’Igt». Anche nell’area dell’Alto mantovano, spiega Chiara Tuliozi, responsabile commerciale della Cantina Ricchi, una delle realtà più dinamiche del territorio, «il meteo ha penalizzato notevolmente le produzioni nel 2023». Conclude Bulgarelli: «Enoturismo, alleanze con altre produzioni tipiche, azioni di marketing condivise, come erano state condotte negli anni scorsi con il Consorzio del Grana Padano, possono dare una spinta per intercettare consumatori attenti e consapevoli».