Valli del Mincio sempre più malate: «In futuro rischiano la sparizione»
Il destino delle Valli del Mincio sembra essere tutt’altro che roseo. È con questo presupposto che si è aperto alla Casamatta il quinto incontro di “Dire fare città”, rassegna pensata dall’associazione eQual che si propone di esplorare, insieme a esperti, diversi temi sociali, politici e ambientali che riguardano la città e non solo.
“Dire fare balneare”, questo il titolo dell’ultimo incontro, che ha visto la partecipazione di Marco Bartoli, docente di ecologia all’Università di Parma e Andrea Fiozzi in rappresentanza del Tavolo del Mincio, che riunisce 35 associazioni tra cui eQual.
«L’università di Parma – ha spiegato Fiozzi – analizza da anni lo stato di salute delle nostre acque: i dati risultano in continuo peggioramento. Ciò significa che il territorio delle Valli del Mincio è a rischio e la tendenza porterà in futuro verso la sua sparizione».
Queste rilevazioni sono strettamente collegate alla dichiarazione di balneabilità del lago Superiore risalente a poco più di un anno fa. Secondo Fiozzi prima di permettere, a chi lo desidera, di farsi un bagno nei punti autorizzati, sarebbero necessari degli interventi nelle zone paludose delle Valli, che con il tempo stanno scomparendo, con conseguenze non trascurabili. «Senza paludi i laghi sarebbero delle fogne – continua Fiozzi – perché queste zone umide hanno una funzione fitodepurativa, ossia filtrano tutto ciò che arriva dal depuratore del lago di Garda e dagli affluenti. Nel corso degli anni i canali delle Valli sono stati allargati così che possano drenare i terreni circostanti, seccandoli. Tanto è vero che, in alcuni casi, dove prima c’era palude, ora ci sono campi di mais».
Insomma, secondo il Tavolo del Mincio fino a che questi interventi non verranno fatti, le acque del lago non potranno mai essere al cento per cento balneabili. Allora com’è possibile che siano stati dichiarati tali un anno fa?
«Perché i valori che servono per dichiarare balneabile un’area sono pochi e in alcuni punti del lago erano positivi – spiega ancora Andrea Fiozzi – ma tutti gli altri dati negativi che riporta l’Università di Parma esistono e non possono non essere considerati».