Lori, inchino al Mantova: «Mi sta esaltando, la gente merita la gioia»
Vent'anni fa, più o meno, il Mantova si stava avviando ad un ciclo impensabile solo qualche mese prima. Il giovane imprenditore Fabrizio Lori entrò in società a piedi pari parlando senza mezzi termini di propositi ambiziosi, che in poco tempo si tradussero nella promozione in B attesa da 32 anni, una serie A sfumata nella maledetta notte di Torino ed alcune stagioni da protagonista in serie cadetta. Il Martelli tornò a riempirsi e l'entusiasmo dilagante colorò di biancorosso la città e la provincia intera. Poi tanti anni di oblio dai quali in questa stagione la squadra biancorossa è riemersa con un campionato tanto sorprendente quanto entusiasmante. Al quale manca solo il sigillo per farlo diventare storico. Lori, presidente sempre amato e mai dimenticato, rivive le emozioni dei suoi tempi sperando di festeggiare ancora.
La gente lo merita
«Non sono mai venuto allo stadio - commenta Lori - ma ho seguito con grande passione ed attenzione le imprese del Mantova. Che oltre a vincere gioca davvero bene. Sono contento di rivedere la gente che affolla lo stadio come ai nostri tempi, i bambini e gli sportivi appassionati. Nei giorni scorsi mi hanno fatto vedere una fotografia della Curva Te desolatamente vuota ed era solo l'anno scorso. Complimenti sinceri ad una società, un direttore sportivo, un allenatore e dei giocatori che stanno facendo delle cose eccezionali. I tifosi meritavano queste soddisfazioni dopo tante, troppe delusioni patite in serie».
La differenza del gruppo
Sempre difficile fare dei confronti tra squadre, soprattutto a distanza: «Diciamo che noi volevamo essere protagonisti e non lo nascondemmo - prosegue l'ex presidente - acquistando per la serie C giocatori di categoria superiore come Hubner, Poggi, lo stesso Tarana. Quest'anno mi sembra che abbiano fatto tutte le scelte giuste, partendo a fari spenti e poi trovando una continuità di risultati che sta facendo la differenza. Il calcio è strano, l'ho sperimentato sulla mia pelle: al di là degli errori, se incappi in una stagione storta è quasi impossibile raddrizzarla. Credo che il Mantova dell'anno scorso non meritasse la retrocessione, pochi mesi dopo siamo qui a sognare qualcosa di inimmaginabile. Chi vorrei nel mio Mantova di allora? La forza è nel gruppo, ma mi piace molto Galuppini».
I consigli del presidente
Tanta acqua è passata sotto i ponti e Fabrizio Lori accetta serenamente di parlare di eventuali errori del passato: «La delusione più grande e cocente fu il furto che ci venne perpetrato nella finale di ritorno di Torino e quello è un dolore che mi porterò sempre dentro. Più ancora della retrocessione del 2009/10, anche perché sappiamo che in squadra con noi c'era gente che scommetteva contro. Dopo quella amara notte mi ero messo nella testa di voler portare il Mantova in serie A a tutti i costi, poi mi resi conto che non sempre bastano giocatori forti per centrare l'obiettivo. Anzi, so che nel Mantova non hanno bisogno dei miei consigli, ma mi permetto di dire che quando si ha un gruppo così compatto e coeso non vale la pena stravolgerlo. Credo che con pochi innesti mirati potrebbe fare bene anche in una categoria superiore».
Festa con i tifosi
Lori concede il giusto rilievo alla scaramanzia pur guardando anche la realtà con occhi oggettivi: «Mi sembra che la classifica parli abbastanza chiaro - conclude -, ci sono tanti punti di vantaggio e poche gare da giocare. Venire al Martelli? Mi piacerebbe poter fare festa insieme ai tifosi, perché in fondo io mi sento sempre uno di loro. E l'affetto che ancora mi viene tributato a distanza è un orgoglio che mi tengo ben stretto».