A Mantova l’inflazione avanza: boom di cassa integrazione 

Erano 58.540 a gennaio 2023, a dicembre erano salite a 139.645 e a gennaio di quest’anno se ne sono contate 766.213: il 2024 si è aperto nel Mantovano con un balzo di ore di cassa integrazione richieste dalle aziende e autorizzate. A raccontarlo sono i dati provinciali dell’Osservatorio Inps, analizzati dalla Cgil, che fotografano a gennaio un incremento nazionale del 68,6% rispetto a dicembre e del 16,8% su gennaio 2023. «I settori più coinvolti sono il tessile, il gomma plastica, per quest’ultimo si tratta di una novità come per l’agroalimentare che risente della crisi dovuta alla peste suina, e la meccanica agricola» osservano dal sindacato dove stimano che siano coinvolti 5mila lavoratori.

I dati

Nel Mantovano a gennaio sono state autorizzate 518.608 ore di cassa straordinaria per crisi strutturali e 247.605 ore di cassa integrazione ordinaria per difficoltà momentanee mentre a gennaio e dicembre 2023 si trattava solo di cassa integrazione ordinaria. Numeri che raccontano di commesse e consumi in calo tra inflazione e caro-bollette come di aumento dei costi delle materie prime spesso di difficile reperimento a causa dei conflitti e delle crisi nel mar Rosso e nel golfo dello Yemen. Per capire cosa sta accadendo la Cgil ha tastato il polso della situazione con le sue categorie.

Tessile e gomma plastica

Riferisce il segretario generale della Filctem, Andrea Loddi, che da inizio anno «sono già 43 le aziende che hanno richiesto la cassa integrazione, soprattutto ordinaria, per un migliaio di lavoratori» e che «a essere colpiti sono il settore tessile, la ceramica e il gomma-plastica dove era da un po’ che non si vedeva un calo della produzione».

Metalmeccanica

La Fiom da inizio anno ha registrato trenta richieste di cassa integrazione per circa duemila lavoratori. Il segretario generale Marco Massari segnala in particolare il comparto della meccanica agricola, mentre per automotive e acciaio al momento non si parla di ricorso ad ammortizzatori sociali.

Legno

In questo settore il ricorso agli ammortizzatori sociali riguarda 500 lavoratori e «si tratta per lo più del prolungamento - spiega il segretario generale della Fillea Fatbardh Kushi - di casse integrazione iniziate nel 2023».

Agroalimentare

Dopo anni senza ricorso agli ammortizzatori, il 2024 vede nell’agroalimentare mantovano l’attivazione della cassa di solidarietà per 200 dipendenti di aziende che lavorano carne suina. In questo caso le cause sono da ricercare «nella crisi dovuta alla peste suina - spiega il segretario Flai Ivan Papazzoni - e nell’aumento dei costi di produzione».

Commercio

Anche per il commercio si tratta per lo più di rinnovo di casse integrazioni iniziate nel 2023 e «parliamo di oltre 600 lavoratori coinvolti - racconta il segretario generale della Filcams David Gabbrielli - Per lo più si tratta di dipendenti di una grande azienda e di richieste legate a settori commerciali di ditte metalmeccaniche».

Carta

A fare ricorso agli ammortizzatori sociali sono anche le industrie della carta e il settore delle telecomunicazioni «per un totale di cento lavoratori - informa la segretaria della Slc Alessandra Grossi - Sono per lo più situazioni che si trascinano da tempo».

«Segnali che preoccupano»

In tutti i casi si tratta di segnali «che ci preoccupano - conclude Mauro Mantovanelli, segretario confederale con delega alle politiche industriali - L’industria va non solo salvaguardata ma ampliata con nuovi insediamenti sviluppando infrastrutture, promuovendo l’innovazione. Le grandi transizioni ambientali e tecnologiche richiedono un cambiamento profondo degli indirizzi di politica economica e sociale».