Selecting Italy, firmato a Trieste l’accordo Regioni-Usa
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foto da Quotidiani locali
TRIESTE Traffici e scambi commerciali con tutto il mondo, ma partnership strategiche per lo sviluppo di un futuro di crescita economica solo con paesi che condividono i valori di libertà e democrazia. Ancora una volta e prima di tutto con gli Stati Uniti d’America dove si è riversata la diaspora degli italiani dopo la seconda Guerra mondiale. E verso Oriente, in Giappone, che da poco ha alzato il rango delle relazioni con l’Italia da semplice partnership commerciale a strategica.
I dissesti geopolitici mondiali e le crisi, prima di tutte quella in Ucraina vittima della guerra dichiarata dalla Russia di Putin, (e le sempre maggiori difficoltà con la Cina), fanno virare in maniera profonda l’asse dello sviluppo delle regioni italiane e del Fvg. A dare il suggello, di grande rilievo politico, la firma a Trieste, in occasione della seconda e ultima giornata di Selecting Italy, del protocollo di collaborazione tra la Conferenza delle Regioni e Province Autonome rappresentata dal presidente Massimiliano Fedriga, governatore del Fvg, e la National Italian American Foundation (Niaf) rappresentata dal presidente Robert Allegrini.
Un protocollo strategico
Non la solita firma, una consuetudine annuale con cui la Niaf “premia” una Regione italiana a turno per i rapporti con gli Usa: «Ma un protocollo strategico, che in questo contesto geopolitico assume un grande rilievo non solo per Trieste, ma per tutto il sistema delle Regioni italiane», ha confermato a margine Allegrini.
«I numeri avvalorano un interessamento degli Stati Uniti per il Fvg, sono convinto che gli investimenti continueranno a crescere», ha ribadito Fedriga che la prossima settimana tornerà a New York per un incontro bilaterale tra imprese italiane e statunitensi. Ma ci sarà anche un incontro con il governatore della Virginia.
«Il sistema economico Usa è molto attento a cogliere le opportunità che si presentano – ha spiegato – e le azioni di attrazione di investimenti oltre oceano attuate dalla nostra Regione hanno già dato frutti concreti: 37 milioni di investimenti negli ultimi tre anni. Dobbiamo rafforzare le già solide relazioni commerciali con gli Usa grazie all’importante presenza di italo americani che possono rappresentare l’anello di collegamento tra i nostri due Paesi».
Una piattaforma logistica a disposizione degli Usa che stanno guardando con sempre maggiore interesse al Porto (Trieste e Monfalcone), ai settori dell’innovazione, della nuove tecnologie, la farmaceutica e ai poli di eccellenza scientifica. Un lavoro di intreccio di relazioni che il presidente Fedriga sta tessendo da diversi anni.
Trieste città simbolo
E anche la storia ritorna di prepotenza a Trieste, città simbolo per gli Usa dopo la seconda Guerra mondiale, territorio cuscinetto con l’ex Jugoslavia filo sovietica di Tito; ha fatto impressione sentire Simone Crolla, managing director della Camera di commercio italo-americana: «Proprio qui dove siamo riuniti – ha detto – in quello che era il Porto vecchio di Trieste è nato 101 anni fa il sogno di Ford, il più grande investimento americano dedicato all’auto, ma anche il Territorio libero di Trieste, città da dove è partita l’attuazione del Piano Marshall dopo la guerra».
L’annuncio di Folgiero
Ma poi l’incredibile coincidenza (troppe per essere un caso), dell’annuncio alla platea da parte dell’amministratore delegato di Fincantieri Pierroberto Folgiero (collegato da Miami, negli Usa), della «più grande commessa della storia per Fincantieri» da parte della americana Norwegian Cruise Line: 4 navi passeggeri, più una lettera di intenti per altre 4 maxi navi per un totale record di 9 miliardi di euro.
L’interesse degli Usa per Trieste e il Fvg è «più che concreto», ha confermato il console generale Usa a Milano, Douglass Benning, ospite al focus di Selecting Italy. Più di uno ha ricordato lo sbarco in città degli investitori americani per la Pallacanestro Trieste, ma poi quelli della Triestina calcio (sempre Usa, guidati dal presidente Rosenzweig che ha annunciato l’arrivo di una delegazione di investitori).
Non servono le raccomandazioni lanciate dallo stesso Allegrini: «Dovete fare di più per promuovere le Regioni italiane negli Usa con le vostre competenze, gli altri Stati fanno di più. E accorciare il processo per far ottenere agli italiani emigrati la doppia cittadinanza: il processo ora è troppo lungo». Lo sbarco Usa è già ben che iniziato.
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