Tullio Crali a Gorizia, la vertigine del cielo nel segno dell’aeropittore
foto da Quotidiani locali
GORIZIA. Quella che si inaugura venerdì 12 aprile alle 18, al Museo di Santa Chiara, tra quelle dedicate a Tullio Crali vuol essere una mostra destinata a lasciare il segno. Almeno stando alle intenzioni, ai numeri e alla qualità dei lavori: in tutto oltre 200, più di qualcuno di grandi dimensioni. A cominciare dalla tela, esposta alla Biennale di Venezia del 1942 e conservata negli uffici del presidente della Regione Veneto Luca Zaia “Battaglia danzata di paracadutisti”.
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Il percorso, curato da Marino De Grassi, costituisce quindi una vasta antologica che documenta la poliedricità del pittore nato a Igalo, nell’odierno Montenegro, nel 1910, e morto a Milano nel 2000, ma che aveva vissuto a Gorizia dal 1922 al 1946, anno in cui si era trasferito in un sobborgo di Torino, prima di approdare a Parigi per insegnare storia dell’arte e disegno al liceo italiano Leonardo da Vinci. Proprio l’esperienza nella capitale francese, ben documentata a Santa Chiara, gli aveva permesso di conoscere molti colleghi come Giorgio de Chirico e il goriziano Anton Zoran Mušič nonché di entrare in contatto con le avanguardie, fondamentali per la pratica di tecniche singolari, come quelle che gli hanno permesso di realizzare le sassintesi, originali creazioni di pietra che non mancheranno in “Tullio Crali. Una vita per il Futurismo”, questo il titolo dell’iniziativa, voluta dal locale Comune con il contributo della Regione.
Sono poi interessanti i circa trenta ritratti in forma di caricature di colleghi futuristi che denotano l’incisivo tratto del pittore.
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La mostra, tuttavia, non intende esaurirsi con i pur numerosi lavori di Crali, presentando anche interessanti prove di alcuni artisti del territorio che operarono nel contesto dell’epoca. Tale sezione si apre con “Il violoncellista”, opera su carta firmata da Mario Mirko Vucetich che, con Sofronio Pocarini, sottoscrisse l’atto fondativo del Movimento futurista giuliano del 1919. Il proprietario dell’opera è Fausto Pocar, noto docente di diritto internazionale e già presidente all’Aia del tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, figlio tra l’altro di Ervino Pocar, illustre germanista e traduttore, nato a Pirano, ma goriziano d’adozione.
Se “Il violoncellista” era stato esposto a palazzo Attems Petzenstein nel 1985 alla mostra “Frontiere d’avanguardia”, nella stessa sezione figurano per contro pezzi mai presentati a Gorizia realizzati da Ivan Čargo, Milko Bambič e Eduard Stepančič, di cui si possono ammirare ben dodici lavori tra disegni e tecniche miste.
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Le prime prove di Crali alle pareti di Santa Chiara cominciano invece con il 1925, quando, con piglio futurista adolescenziale, si firmava Balzo Fiamma. Quindi, l’itinerario prosegue lungo la maturità con numerosi esempi di aeropittura, il suo vero e proprio cavallo di battaglia. Ed è sicuramente questa la sezione più importante, occupando il pianterreno e il primo piano del Museo, con quattro dipinti dedicati alle Frecce Tricolori, oltre a “Tonneau contro sole”, una figura particolarmente suggestiva tra quelle della celebre pattuglia acrobatica. Sempre in questa sezione, emerge, tra le opere, “In tuffo sulla città”, di proprietà della famiglia Crali, i cui prestiti sono stati determinanti per dar vita a un’esposizione così completa, e “Motore seduttore di nuvole”, conservato in una prestigiosa collezione privata di Milano.
Crali, peraltro, era solito separare la sua attività artistica di aeropittore da quella di futurista. A quest’ultima, è dedicato il secondo piano, dove non mancano disegni, sculture e manifesti, oltre a dipinti vari. Quest’altra sezione inizia con la nota opera “Le forze della curva” del 1930, sempre di proprietà degli eredi Crali, ma non lascia certo indifferenti, tra le tante, una tela del 1960 relativa a un'autostrada e conservata all’Aci di Gorizia. Spiccano poi i lavori di architettura e una serie curata da Barbara Martorelli. Infine, ci sarà anche una sala sulla famiglia Crali con due dipinti e altri disegni dedicati a Sambasso e realizzati dall’artista quale omaggio alla moglie Ada, nata nel paese sloveno.
«Non è stato semplice realizzare questa vera antologica - racconta Marino De Grassi, pure autore di uno dei saggi in catalogo - sia per la qualità sia per la quantità dei materiali esposti e per il richiamo a una parte di ciò che è successo nell’avanguardia giuliana tra il 1919 e il 1929. In altre parole, sarà possibile conoscere l’intero percorso di un artista a cui la Biennale di Venezia ha dedicato una mostra personale nel 1940, cosa rarissima per un futurista: l’iniziativa riscosse un grande successo e di alcune opere sono appunto presenti a Santa Chiara».
L’esposizione resterà aperta con ingresso gratuito fino al 29 settembre i venerdì, i sabati e le domeniche dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30. All’interno di queste fasce d’orario non mancheranno visite guidate, sempre gratuite. Il catalogo è pubblicato dalle Edizioni della Laguna con testi di Massimo De Grassi, Marina Bressan e Barbara Martorelli.