Adorante: «Avevo poco spazio, ci ho provato e ora festeggio la B»
foto da Quotidiani locali
TRIESTE. Un ragazzo dal sorriso inibito, quasi atipico in relazione ai tempi e alla professione, Andrea Adorante in un anno e mezzo a Trieste è stato uno di quei calciatori al limite dell’imperscrutabilità, in minima parte sul campo, in modo più rilevante fuori, dove nelle interviste o negli incontri fugaci il confine tra timidezza e discrezione è sempre stato sottilissimo. Per certo, un bravo ragazzo. In campo, alla gente di Trieste resta l’immagine di quel gol al 92’ a Crema, determinante per giocarsi poi la salvezza il 13 maggio scorso a Seregno, la sciocchezza commessa proprio a Seregno con una espulsione estinta dalla prodezza di Tavernelli, ed i primi gol di una stagione – questa – talvolta decisivi come nel caso delle sfide al Lumezzane (il pari poi tramutato in oro da Fofana) e Giana (doppietta e tre punti all’87’). Proprio quando stava per venir coniato l’aforisma di “zona-Adorante”, quel viaggio a gennaio lungo 900 chilometri, dall’Adriatico al basso Tirreno, inserito alla perfezione in una macchina, quella stabiese, che viaggiava già bene, e dal suo arrivo con le “Vespe” di Castellamare, ha viaggiato ancora meglio. Primo posto e promozione in B, per Andrea 12 gol con 5 doppiette (più i 4 a Trieste fanno 16 stagionali in campionato e la tripletta in Coppa al Renate), riscatto automatico del contratto degli stabiesi.
Adorante, quando è andato via a gennaio diretto in una squadra già prima, avrebbe immaginato di esserne così protagonista?
«Sinceramente non avrei mai pensato di avere un impatto così, sapevo e volevo a tutti i costi dare una mano a questa squadra e mettermi a loro disposizione. Poi quello che è avvenuto è grazie a loro, hanno dominato il campionato dalla prima partita disputata, quindi posso solo che essere orgoglioso di poter far parte di questa splendida famiglia».
12 gol a Castellamare con molte doppiette, è il sistema di gioco perfetto per esaltare le sue caratteristiche?
«Penso che il modo di giocare e il fatto di essere molto propositivi e di prendere in mano il pallino del gioco faccia sì che un attaccante possa avere molte occasioni. Ho ritrovato un modo di giocare che mi mancava da anni, lottare su ogni pallone e poter dare una mano alla squadra. I gol per un attaccante penso siano fondamentali, quindi sono davvero contento di essere riuscito a realizzarne tanti e spero che in queste partite ci sia la possibilità di siglarne altri».
Ha lasciato Trieste dopo 4 gol, per molti il rimpianto di aver perso il “perfetto subentrante”, qualche rimpianto riferito a Trieste?
«Non ho nessun rimpianto perché ogni minuto che sono entrato con la maglia della Triestina, penso di aver dato tutto quello che potevo dare. Naturalmente non aver avuto la possibilità di dimostrare a 360° tutte quelle che penso possano essere le mie potenzialità, ha sicuramente avuto un ruolo importante».
Vista da fuori, la Triestina ha passato il terremoto a gennaio con l’esonero di Tesser, al netto dell’ultima sconfitta la squadra sembra “guarita” dalla crisi. Può recitare un ruolo da protagonista nei play-off?
«La squadra ha passato un momento difficile, ma sono sicuro possano giocarsela benissimo. Sono tutti ragazzi straordinari e auguro il meglio ad ognuno di loro. Colgo l’occasione per fargli un grandissimo in bocca al lupo».
Proprio in quest’ottica, per quanto ha visto del girone C chi temerebbe in particolare?
«In questo girone ho giocato contro squadre che reputo forti, oltre le big ci saranno sicuramente delle squadre che sorprenderanno come già capitato gli anni passati».
Ora ha addosso l’emozione indelebile di una promozione, sommata alla salvezza dell’anno scorso non si può dire che non siano stati super intensi gli ultimi 12 mesi.
«Sono stati sicuramente 12 mesi incredibili, penso di dover ancora realizzare tutto questo. Sono convinto però che tutto torni nella vita, questo è il motivo del perché non ho mai smesso di sognare e lottare».
Cosa dice il suo cuore a caldo, cosa vede nel futuro prossimo?
«Il cuore oggi è colmo di emozione, spero di potermi sorprendere ancora. Vedo tanto duro lavoro, tanta dedizione e spero tante soddisfazioni».
Un’ultima parola per la gente di Trieste che le ha voluto bene.
«Ribadisco i ringraziamenti per tutto quello che c’è stato. Ringrazio tutta la città, la tifoseria, i compagni, lo staff e la società».