La grande truffa del bonus facciate: la Gdf di Trieste sequestra quasi 4 milioni di euro
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Una ditta di Servola coinvolta nel giro delle cessioni di crediti d’imposta fittizi. Indagati 13 imprenditori
TRIESTE. «Lavori? Macché, questi non avevano nemmeno mai messo un bullone», svela uno degli investigatori che ha seguito il caso. Altro che cantieri, altro che impalcature: il grande imbroglio del bonus delle facciate questa volta si è consumato sulle carte.
Indagine partita da Trieste
È partita proprio da Trieste, dove ha sede una di queste imprese coinvolte, l’imponente indagine del Comando provinciale della Guardia di finanza che ha dato seguito a un decreto di sequestro firmato dal gip Massimo Tomassini su richiesta del pm Cristina Bacer: un sequestro preventivo di crediti d’imposta ritenuti «fittizi» del valore complessivo di ben 3 milioni e 750 mila euro.
L’inchiesta coinvolge tredici persone, originarie di varie zone d’Italia. Ma, come si evince dagli atti giudiziari, il punto di partenza è un accertamento della fiamme gialle nei confronti della ditta individuale “Turboidrogas” di Antic Mile che ha sede in via Soncini 3, a Servola.
Gli incassi sul conto corrente
Stando alle verifiche, l’impresa risultava aver incassato sul proprio conto corrente, il giorno 2 marzo 2022, un totale di 415.015 euro erogati da Poste Italiane (che, viene sottolineato nell’inchiesta, ha agito in assoluta buona fede) per effetto dell’acquisto, da parte della stessa azienda, di crediti di imposta afferenti a interventi edilizi rientranti nel bonus facciate. Il passaggio di denaro non è rimasto inosservato ai meccanismi di controllo, evidentemente ormai rodati, della Guardia di finanza; basti pensare che, in linea generale, al momento dell’entrata in vigore del decreto legge “sostegni-ter” del 2022 si stimava che dei 38 miliardi di euro oggetto di credito, circa il 10% fosse relativo a prestazioni inesistenti.
Il volume di affari
Cosa hanno scoperto poi gli investigatori? Il conto corrente della ditta era stato aperto il 7 ottobre 2021, per essere però inutilizzato fino al 2 marzo del 2022. Proprio il giorno dell’esecuzione del pagamento. Non solo. Nel 2021 la Turboidrogas di Servola aveva dichiarato un volume di affari di 12.500 euro: una somma di gran lunga inferiore rispetto al valore corrispondente all’ammontare dei crediti di imposta, rileva la Guardia di finanza.
Le indagini delle fiamme gialle
Proseguendo con le indagini, le fiamme gialle hanno inoltre appurato che Antic Mile (l’imprenditore della ditta servolana, 52 anni, è originario di Innsbruck ma risiede da anni a Trieste) risultava cessionaria della OL.VI., una snc riconducibile a un sessantaquattrenne di Crotone, dichiarata fallita dal Tribunale di Novara con sentenza del 23 febbraio 2022. Antic, dal canto suo, incassata la cifra dalle Poste, ne aveva girata una parte a una società con sede in Ungheria.
Una quarantina di crediti d’imposta
Dalle indagini è emerso che questa OL.VI. aveva effettuato una quarantina di acquisizioni di crediti d’imposta per il bonus facciate, nel giro di sette mesi, per oltre 7 milioni di euro e 18 operazioni in uscita nei confronti di società e persone fisiche (tra cui lo stresso Antic e Poste) di crediti di imposta sempre relativi al bonus facciate pari allo stesso valore. Solo che la OL.VI. non aveva un giro di cantieri capace di realizzare simili somme. Curiosamente il titolare di questa impresa, cioè questo signore di Crotone, dichiarava di vivere in un camper a Torino, di essere invalido al 100%, di percepire una pensione di 300 euro al mese e di essersi prestato a fare l’amministratore della OL.VI. per necessità.
E così, scoperchiando il pentolone, è venuto a galla un giro di imprese senza operai, senza magazzino e senza contabilità. Il signore di Crotone, da canto suo, faceva da “testa di legno”, insomma da prestanome, per interessi di altri (il pm non esclude infatti che nei sui confronti possa essere avanzata una richiesta di archiviazione).
Il sequestro preventivo
Il sequestro preventivo eseguito dalla Guardia di finanza mira a impedire la monetizzazione di tali crediti d’imposta, tutti maturati nel 2021, «originati attestando falsamente al portale telematico dell’amministrazione finanziaria l’avvenuta esecuzione di lavori di recupero edilizio connessi al bonus facciate», si legge in un comunicato del Comando provinciale delle fiamme gialle, associata alla richiesta di avvalersi dell’opzione della cessione a terzi.
I reati contestati
L’indagine si è allargata a dodici persone coinvolte nella compravendita di crediti di imposta fittizi, residenti in Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Calabria. I reati contestati variano dalla truffa aggravata ai danni dello Stato, all’auto-riciclaggio e al reimpiego dei proventi illeciti indebitamente percepiti. «Scopo ultimo del sistema di frode scoperto – precisa ancora la nota – era infatti proprio quello di ottenere la liquidazione, nel modo più rapido e insospettabile possibile, dei crediti d’imposta artificiosamente prodotti e reimpiegare altrettanto velocemente il denaro così ricavato nel circuito economico legale, per realizzare ulteriori profitti. L’esito delle attività d’indagine fin qui svolte testimonia l’efficacia dell’azione posta in essere dalla magistratura e dalla Guardia di finanza nel contrasto alle frodi fiscali in tutte le loro manifestazioni». —