A Trieste il summit sulle pandemie, tra sfide attuali e nuove frontiere
TRIESTE Abbiamo sconfitto il Covid-19, ma è stata una lotta lunga, faticosa e costosa, anche in termini di vite umane. La sfida ora è quella di farci trovare pronti per le pandemie che verranno, studiando i patogeni emergenti e riemergenti e il loro potenziale rischio epidemico, mettendo a punto sistemi diagnostici e di sorveglianza, farmaci ad hoc e approcci preventivi in un contesto di cooperazione internazionale. È l’obiettivo della conferenza “Preparazione alla pandemia: risultati, sfide attuali e nuove frontiere”, organizzata da Area Science Park, con la collaborazione dell’Icgeb, nell'ambito del progetto Prp@Ceric, finanziato con fondi Pnrr.
Esperti a livello globale
La conferenza porterà a Trieste, all’Hotel Savoia, dall’11 al 13 novembre, alcuni tra i maggiori esperti a livello globale nelle diverse discipline fondamentali per lo sviluppo di approcci multidisciplinari alla sfida delle malattie infettive emergenti o riemergenti.
A fare la parte del leone saranno i virologi: dall’Università del Wisconsin-Madison arriverà Yoshihiro Kawaoka, esperto di fama mondiale nel virus dell’influenza, che in Giappone dirige The Utopia Center, ente per la prevenzione delle pandemie; tornerà a Trieste Rino Rappuoli, direttore scientifico del Centro nazionale anti pandemico cui l’ateneo giuliano ha conferito di recente una laurea honoris causa; giungerà dal Regno Unito Tom Peacock, che studia il rischio pandemico concentrandosi sulle malattie infettive e sul loro passaggio dagli animali all’uomo.
Sulle zoonosi si concentrano anche gli studi di Marion Koopmans (Paesi Bassi) e di Tatjana Avšič-Županc (Slovenia), esperta di flavivirus, tra i primi a dimostrare il legame tra il virus zika e i problemi ai feti riscontrati in donne che l’hanno contratto durante la gravidanza.
Il pericolo delle zoonosi
«Per l’Oms le zoonosi, virus come il Sars Cov-2, la dengue, la zika, sono, insieme alla resistenza antimicrobica (in particolare ai super batteri), le malattie a maggior rischio epidemico - spiega Giuditta Di Lorenzo, ricercatrice di Area Science Park e tra gli organizzatori scientifici del convegno -. E in futuro la situazione non migliorerà: l’aumento della popolazione e il suo invecchiamento, l’incremento degli spostamenti e la globalizzazione dei commerci, l’urbanizzazione sempre più spinta e le interconnessioni tra uomo, ambiente e animali domestici e selvatici favoriscono lo sviluppo di zoonosi».
I nomi della drug discovery e della clinica
Alla conferenza parteciperanno anche esperti sul fronte della drug discovery e della clinica: Johan Neyts, dell’Università di Leuven, è uno tra i maggiori specialisti di farmaci antivirali, mentre Emma Thomson, affilata del Center for Virus Research dell’Università di Glasgow è un’esperta di trial clinici (ha seguito anche quelli per i vaccini contro il Covid), così come Fabrizio Maggi, a capo del laboratorio di virologia dello Spallanzani.
Gli altri specialisti
Ci saranno inoltre esperti in biologia strutturale, come Daniel Hurdiss, della Utrecht University, che studia come i virus interagiscono con le componenti delle nostre cellule per identificare possibili target per gli antivirali; specialisti provenienti dal mondo delle infrastrutture, come Lucia Banci dell’Università di Firenze; esperti in tecniche di sequenziamento, come Tullio De Oliveira, della University of KwaZulu-Natal (Sud Africa), colui che ha rilevato per la prima volta la variante Omicron. Non mancherà infine uno sguardo al mondo dell’Ai, con il biologo computazionale Martin Weigt, della Sorbona, che discuterà di come usare i dati di sequenziamento dei genomi dei patogeni per cercare di prevederne le mutazioni.
Il progetto Prp@Ceric
«La conferenza sarà l’evento principe del progetto Prp@Ceric, finanziato con 41 milioni di euro destinati alla creazione e al rafforzamento delle infrastrutture di ricerca e che tra i partner conta anche Elettra Sincrotrone, Icgeb, Cnr-Ic e Cnr-Iom»,spiega Federica Mantovani, Infrastructure manager di Prp@Ceric -. Con questo progetto si punta alla creazione di un network europeo di infrastrutture e di risorse umane per affrontare al meglio la sfida posta dalle future pandemie, dando vita a una rete di competenze e strumentazioni all’avanguardia.
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