Sannazzaro, a 104 anni ha battuto il Covid: «Il mio sogno è incontrare Gerry Scotti»
Contagiata nella prima ondata, Luigina Pedamonti è guarita e in forma. «Il presentatore pavese è il mio idolo»
SANNAZZARO. Il suo sogno è poter incontrare Gerry Scotti dal vivo, magari per un solo attimo. Luigina Pedamonti, 104 anni compiuti il 27 luglio dell’anno passato, oggi ospite della Rsa Pensionato Sannazzarese di via Pasubio, lo dice apertamente.
Il desiderio di Luigina
«Quando lo vedo in televisione mi illumino. Quanto mi piacerebbe stringergli la mano». Nonna Luigina ha una fibra di ferro: è nata nel pieno della prima guerra mondiale (era il 1916) a Sannazzaro; si è poi imbattuta nelle peggiori pandemie del secolo passato tra cui la spagnola e l’asiatica; nel marzo 2020, già ospite della casa di riposo di via Pasubio, è stata contagiata anche dal Covid-19. L’unico figlio Carluccio, nato nel 1938, così ricorda quest’ultima drammatica esperienza: «La mamma ha avuto febbre alta e, dopo il tampone positivo, è andata in isolamento - spiega il figlio -. Nella Rsa si sono presi cura di lei, le cure le hanno consentito di superare il contagio alla soglia del suo 104° compleanno; dopo qualche settimana era guarita, quasi miracolata». Nonna Luigina racconta di essere stata in ospedale una sola volta nella sua lunga esistenza «per colpa della colecisti, che non so neppure cosa fosse». La donna aveva un’età già avanzata e, dopo un breve periodo riabilitativo in una clinica pavese, aveva fatto il suo ritorno a casa, in via del Contò, assieme al figlio Carluccio e alla nuora Carla. Solo dal 2018, già ultrecentenaria, la donna è ricoverata in casa di riposo a Sannazzaro.
Un’esistenza complicata
La vita di Luigina Pedamonti è stata di duro lavoro e di sacrifici: da giovane ha solcato le risaie delle cascine della zona come mondina; poi il faticoso lavoro alla filanda. Quindi il matrimonio con Pierino Frattini, autista di camion, con il quale condivise anni sereni, benché interrotti dalla guerra che vide il marito per cinque lunghi anni prigioniero in Germania. Il racconto del figlio «Mio padre tornò dalla guerra - dice Carluccio - che io avevo già cinque anni, e mia mamma Luigina era allora tutta la mia famiglia. Da casalinga, fu la figura umile che seguì mio padre nel suo lavoro e me nelle mia crescita. Un donna alla quale devo tutto». La 104enne è costretta a vedere i parenti attraverso la vetrata di sicurezza, realizzata per difendere gli ospiti dal contagio. «Luigina è entrata nel cuore di tutti - dicono con affetto la presidente della Rsa Rita Moncalieri e la direttrice Lucia Tagliacarne -. Lei ha nel cuore non solo i suoi affetti più cari che, come noi, la incontrano dal di là della vetrata di sicurezza del “box dei sorrisi”, ma anche quel Gerry Scotti che vorrebbe conoscere di persona».
— PAOLO CALVI
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