Sedute di magia per spillare soldi alla collega di lavoro: condannata
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Pavia, pena di un anno e 4 mesi per aver sottratto 40mila euro alla donna che si era rivolta a lei per superare un lutto
PAVIA. Sedute di magia e riti voodoo per guarire dalla tristezza. La donna, una 43enne di Pavia, per anni avrebbe cercato di trovare in quelle sedute un’ancora di salvezza, ma alla fine ci ha rimesso soltanto tanti soldi. Secondo quanto ha stabilito un processo, 40mila euro le sarebbero stati spillati da Anna Maria Tangi, 58 anni, sua amica ed ex collega di lavoro, perché l’aiutasse a superare un momento difficile della sua vita, per un lutto familiare. L’imputata avrebbe millantato capacità esoteriche e magiche. E la giudice Raffaella Filoni l’ha ritenuta responsabile dell’accusa di circonvenzione di incapace, condannandola a un anno e 4 mesi. Il pubblico ministero aveva chiesto due anni.
Il risarcimento del danno
La donna dovrà anche pagare 45mila euro di danni alla vittima, che si era costituita parte civile con l’avvocato Mariarosa Carisano. La giudice ha anche disposto che la sospensione della pena sia vincolata al pagamento del danno. L’avvocato difensore, Rosario Tripodi, dal suo canto ha insistito sul fatto che la vittima si fosse rivolta all’imputata di sua volontà e avesse consegnato il denaro «senza alcuna costrizione». La procura aveva anche chiamato un esperto per valutare la suggestionabilità della vittima. Ma questo non è bastato a evitare la condanna. Secondo il verdetto l’imputata ha abusato della condizione di fragilità della sua collega.
La vicenda
Tutto comincia perché le due donne sono colleghe di lavoro. La 43enne sta attraversando un momento doloroso per la morte di sua madre e si confida con l’imputata. Che mette a disposizione le sue presunte capacità esoteriche. In sostanza la vittima cerca una via di uscita nella magia per superare l’angoscia. Una ricerca, però, che la fa finire in una spirale senza fine. Per mettere in pratica i riti voodoo, leggere le carte, togliere il malocchio e quel dolore che attanaglia la sua collega, l’imputata avrebbe intascato in sei anni la somma di 40.688 euro. Una prima consegna di denaro, per 4.300 euro, sarebbe avvenuta in contanti, mentre gli altri versamenti sarebbero stati effettuati attraverso ricariche postepay, di volta in volta. Per pagare questa cifra, secondo quanto ha ricostruito il processo, la vittima era dovuta ricorre a finanziamenti delle banche. —