Indice di contagio sopra i limiti e ospedali sempre più sotto pressione: la Lombardia verso la zona rossa da lunedì 15
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La decisione verrà presa venerdì. Ormai quasi la mettà dei posti letto occupati nelle terapie intensive e nei reparti Covid. Sgretolato il limite dei 250 nuovi contagi settimanali per 100mila abitanti: siamo oltre i 300
MILANO. La Lombardia attende la giornata di venerdì per sapere se passerà zona rossa da lunedì prossimo 15 marzo. Il numero dell'incidenza dei nuovi casi su 100mila abitanti, che potrebbe diventare il parametro centrale nelle decisioni del governo, lascia presupporre che la misura verrà senz'altro adottata: secondo l'ultimo aggiornamento la Lombardia ha 310 contagi, rispetto ai 252 di venerdì scorso e ai 250 fissati come parametro limite. A trascinare verso l'alto il dato medio regionale è soprattutto il Bresciano, dove l'incidenza è arrivata a 580, ma tutte le province sono oltre quota 250.
«Ora noi stiamo soffrendo e c'è una tensione ospedaliera importante, con una diffusione più rapida rispetto alle altre ondate»: il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha delineato il quadro della situazione ialla trasmissione True Show su Telelombardia. Alla domanda su un possibile passaggio in zona rossa ha risposto che «venerdì è in programma una riunione con il governo, ma noi stiamo aspettando dalla cabina di regia i nostri dati per capire in che condizione ci troveremo». Si avvia a passi veloci verso la zona rossa anche il Piemonte. I nuovi contagi settimanali sono 301 su 100mila abitanti. L'Istituto Superiore di Sanità ha comunicato alla Regione il dato dell'Rt, che è salito all'1,41. «Da lunedì diverse Regioni entreranno in zona rossa, compreso il Piemonte», ha confermato l'assessore alla Salute della Regione Piemonte, Luigi Icardi, a margine di un incontro a Cuneo.
La Lombardia, insieme a Campania, Marche, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e province autonome di Trento e Bolzano. rientra tra le aree colorate in rosso scuro nella mappa aggiornata del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). La settimana scorsa le aree a più alta incidenza Covid in Italia erano solo le province autonome e l'Emilia Romagna. Nel resto d'Europa la situazione continua a migliorare nella Penisola iberica, in Irlanda e Danimarca, peggiora in Ungheria e nel nord della Polonia.
Altro paramentro che preoccupa parecchio la Lombardia riguarda la saturazione dei reparti ospedalieri, e delle terapie intensive in particolare. Lombardia, Campania, Abruzzo e la provincia autonoma di Trento si stanno avviando verso il raggiungimento del picco della curva dei ricoveri nelle unità di terapia intensiva, che dovrebbero raggiungere la prossima settimana, mentre altre regioni sono ancora in chiara crescita esponenziale e un altro gruppo mostra una crescita di tipo lineare: è un quadro eterogeneo quello che emerge dall'analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). «Le curve delle terapie intensive a livello regionale mostrano andamenti di tipo diverso. Lombardia, Campania, Abruzzo e la provincia autonoma di Trento - osserva il matematico - si avviano verso il raggiungimento del picco, previsto per la prossima settimana, con piccole variazioni fra una regione e l'altra relative al giorno».
A livello nazionale, in base ai dati del 9 marzo, le terapie intensive occupate da persone positive al Sars-Cov-2 arrivano ora a quota 31%, superando il livello oltre il quale risulta difficile poter curare adeguatamente altri pazienti non Covid. Rispetto ai dati del primo marzo si è passati dal 25% al 31% e a superare la soglia critica del 30%, secondo monitoraggio dell'Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), sono: Abruzzo (41%), Emilia Romagna (40%), Friuli Venezia Giulia (34%), Lombardia (43%), Marche (44%), Molise (67%), PA di Bolzano (39%), PA di Trento (54%), Piemonte (36%), Toscana (36%), Umbria (57%). A crescere, secondo il monitoraggio Agenas è anche il numero dei posti letto per malati Covid nei reparti ospedalieri: il valore nazionale tocca quota 35%, ovvero +5% rispetto al primo marzo, ma comunque ancora sotto la soglia critica, definita in questo caso pari al 40%. A superarla sono 7 regioni: Abruzzo (45%), Emilia Romagna (47%), Lombardia (46%), Marche (54%), Molise (45%), Piemonte (42%) e Umbria (51%).