Messaggi fino a notte per sentirsi vivi. Così il Covid ha tolto il sonno ai giovani
È l’esito del sondaggio tra 1.700 studenti delle superiori. Lo psichiatra: «Tutto chiuso, restano solo gli spazi virtuali»
VIGEVANO. Come dormono gli adolescenti durante la pandemia? Peggio di prima, il che è tutto dire, visto che già prima dormivano male. È quanto emerge dal sondaggio anonimo tra gli studenti delle scuole superiori di Vigevano elaborato da Giovanni Migliarese, primario della psichiatria dell’ospedale ducale. Il progetto è stato sviluppato su input degli assessorati alle politiche sociali e alle politiche giovanili di Vigevano, e ha portato a risultati che dovrebbero far riflettere gli adulti.
«Le risposte sono state 1700 – ha detto Migliarese – e nel questionario abbiamo trascritto alcune domande relative all’età, al peso, all’altezza, al rendimento scolastico e all’attività sportiva, proseguendo poi con altre inerenti il sonno e i relativi disturbi. È emerso che i ragazzi tendono ad addormentarsi dopo la mezzanotte, qualcuno a mezzanotte e mezza, cosa che poi impatta sulla quantità di ore di sonno. Considerato che la didattica a distanza non ha cambiato l’orario di inizio delle lezioni, gli studenti generalmente si alzano per le 7, quindi avrebbero dormito tra le 7 e le 6 ore e mezza. Il 36% di quelli che hanno risposto, ha ammesso di impiegarci quasi un’ora per addormentarsi, il 10% anche più di un’ora, il che riduce ancora di più la quantità di ore di sonno. Senza considerare i risvegli notturni, eventuali incubi e altri problemi che descrivono una qualità negativa del sonno da parte di circa il 25-30% degli adolescenti».
C’è differenza tra maschi e femmine? «Le ragazze – spiega lo psichiatra – sono quelle che dormono peggio, o meno. Due ragazze su 5 hanno definito compromessa la qualità del sonno, mentre si scende a 1 su 5 per i ragazzi. Abbiamo poi collegato il disturbo del sonno al benessere psichico: c’è chi è stato bocciato o consuma alcolici, oppure chi ha pensieri legati alla morte, un tema frequente nell’adolescente. Circa il 15% degli intervistati ha detto di avere comportamenti autolesivi, che possono andare dal tagliarsi, allo sfinirsi di allenamenti passando per i disturbi alimentari».
Spazi compressi
Secondo Migliarese, se già prima del Covid il rapporto dei giovani con il sonno era un po’ problematico, con la pandemia la situazione è precipitata. «Abbiamo chiuso le scuole, gli oratori, i locali, le palestre, le piscine, i parchi, insomma tutto – spiega lo psichiatra. – Lo spazio personale, in adolescenza, è un elemento essenziale anche per definire l’identità. Quale spazio trovano quindi i ragazzi adesso? Solo quelli virtuali, con l’aumento dell’utilizzo dei social network, dei giochi online e così via. Lo studio dimostra che sono più le ragazze a pubblicare in tarda notte, ma è elevato anche il numero dei maschi. Noi genitori dobbiamo informarci anche su questo aspetto della loro vita, perché la qualità e la quantità di sonno possono essere una “buona dote” per un’età adulta in salute».
Lo studio, svolto e redatto a titolo gratuito, è stato promosso dagli assessori Marzia Segù e Daniele Semplici. —