Caos vaccinazioni, Fontana azzera “Aria”: «Mortificato il lavoro di tutti gli operatori»
MILANO. L'annuncio è arrivato nel primo pomeriggio di lunedì. Il presidente leghista della Lombardia, Attilio Fontana, fa saltare altre teste in Regione licenziando i vertici della società regionale Aria ritenuti colpevoli dei disservizi nelle convocazioni per la campagna vaccinale avvenuti nel fine settimana. «Ho chiesto un passo indietro ai vertici della società regionale Aria, altrimenti disporrò comunque l'azzeramento» ha detto Fontana.
Questo è il culmine di un week end zeppo di guai nel sistema di prenotazione e convocazioni per la campagna vaccinale gestito proprio da Aria, ovvero "azienda regionale per l'innovazione e gli acquisti". In diverse province lombarde erano pronti i vaccinatori e le dosi, ma non erano arrivate le convocazioni via sms sul cellulare ai vaccinandi. Quindi gli appuntamenti sono andati a vuoto.
I messaggi avrebbe dovuto inviarli proprio la società regionale attraverso un portale costato 22 milioni di euro e che ora verrà mandato in soffitta. Aria è un'entità voluta dall'amministrazione Fontana nel 2019 unendo le precedenti società regionali Lombardia Informatica, Infrastrutture Lombarde e Arca Lombardia. Come già previsto, anche prima di questo fine settimana, il sistema di chiamate per i vaccini verrà affidato a Poste Italiane.
Aria era finita già da domenica nel mirino dell'assessora Letizia Moratti («servono decisioni drastiche») e del leader leghista Matteo Salvini («se qualcuno ha sbagliato paga e va a casa»). Dopo le loro dure parole, ieri è arrivato l'annuncio di Fontana, ma anche l'ennesima pioggia di critiche delle opposizioni che bollano di incapacità l'amministrazione lombarda.
«Le situazioni di criticità come quelle che si sono verificate nel fine settimana offrono un'immagine distorta dei risultati che a oggi abbiamo raggiunto - ha detto Fontana -. I disservizi informatici che si sono registrati a Como, Cremona e in Brianza, hanno creato disagi a molti nostri cittadini e inficiato il lavoro di tutti gli operatori, sanitari e non, nei diversi centri vaccinali». Ai vertici di Aria però resterà comunque una figura attualmente già in società. Si tratta dell'attuale direttore generale Lorenzo Gubian. Inoltre Fontana ha annunciato che la campagna vaccinale va avanti anche se le dosi a ieri a disposizione della Lombardia bastano fino al 31 marzo. «Da inizio aprile dovrà funzionare tutto alla perfezione» commenta anche il superconsulente regionale Guido Bertolaso parlando del caso Aria e del passaggio a Poste. Intanto le opposizioni in consiglio regionale insorgono.
Il caso Aria sarà discusso in consiglio regionale il 30, bocciata la richiesta delle opposizioni di tenere una sessione straordinaria già oggi. «Ennesima falla nella gestione lombarda dell'emergenza con il conseguente scarico di responsabilità cui siamo ormai abituati - afferma la deputata lombarda del Movimento 5 Stelle Stefania Mammì -. Fontana e la Moratti, invece di scaricare colpe, dovrebbero assumersi le proprie responsabilità». «Ogni giorno un disservizio, sprecando questa volta oltre 20 milioni di euro di tutti i lombardi spesi per il portale Aria» rincara il consigliere regionale del Pd, Matteo Piloni. «Fontana si dimetta» invoca il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.
Le criticità provocano anche critiche interne alla maggioranza di Fontana. In particolar modo da parte di Fratelli d'Italia con i "big" del partito Daniela Santanchè e Carlo Fidanza che chiedono «maggiore collegialità nelle scelte da parte dell'amministrazione lombarda». Accuse di Fratelli d'Italia rimandate al mittente dalla Moratti: «Decisioni prese in giunta con tutti gli alleati». Intanto Matteo Salvini, che ha benedetto politicamente l'azzeramento dei vertici di Aria, sottolinea che dopo la decisione di ieri «servirà solo correre con le iniezioni dei vaccini». —