«Voleva recuperare un cane». La testimonianza dell'amica risolve il giallo di Polina
La donna sentita dai carabinieri. Era al telefono con l’ex modella pochi istanti prima che la 35enne annegasse nel tentativo di salvare un animale fuggito
Valeggio. L’autopsia, prevista per questa mattina all’Istituto di Medicina legale, potrà sciogliere ogni ombra sulla morte di Polina Kochelenko, l’addestratrice di cani di 35 anni ed ex modella annegata venerdì pomeriggio nella roggia Malaspina. Ma, in attesa della conferma dall’esito dell’esame, a spingere da subito gli investigatori verso l’ipotesi dell’incidente è stata una telefonata, ricevuta da un’amica della 35enne, a quanto pare proprio mentre l’ex modella russa era in campagna con i cani, nei pressi della roggia.
La conversazione
L’amica ha spiegato ai carabinieri che il giorno della scomparsa (anche se l’allarme è poi scattato il giorno dopo) era al telefono proprio con la 35enne. A un certo punto, secondo la testimone, Polina Kochelenko ha interrotto in modo brusco la conversazione tra di loro, al telefono: «Scusa, ti devo lasciare perché è scappato un cane», avrebbe detto. Una testimonianza che sembra confermare la ricostruzione operata quasi subito dagli investigatori. E cioè che la 35enne potrebbe essere annegata nella roggia dopo avere cercato di recuperare i suoi animali, cuccioli di cane lupo. Due non si trovano più.
L’autopsia
Tuttavia il magistrato che si sta occupando dell’inchiesta, il sostituto procuratore Alberto Palermo, ha deciso comunque di disporre l’autopsia, sia in considerazione della giovane età della vittima sia delle circostanze in cui è avvenuta la tragedia, che si è consumata senza testimoni. L’obiettivo dell’autopsia è spiegare la causa del decesso, anche se l’annegamento sembra scontato, ma soprattutto di chiarire la natura della ferita notata sulla testa della donna quando è stata ripescata dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Dai primi riscontri la 35enne potrebbe aver battuto la fronte contro un ponticello di cemento dopo essere caduta in acqua.
Il ponticello, che segna il passaggio della roggia in un altro canale, si trova a pochi metri di distanza dal posto dove sono stati ritrovati dagli investigatori il cellulare, le chiavi di casa e i due guinzagli dei cani. È quindi possibile che l’addestratrice abbia cercato di recuperare i cani che la corrente aveva trascinato sotto l’altro corso d’acqua. Se così fosse, la ferita sulla testa potrebbe essere stata provocata dall’urto contro l’ostacolo di cemento.
Al momento, dai riscontri raccolti dagli investigatori, non ci sono ipotesi alternative all’incidente, che appare confermato anche dalla telefonata dell’amica. L’autopsia, comunque, dissiperà ogni dubbio. —