Carvani Minetti: «I limiti non esistono, serve coraggio»
Esce il 27 aprile per Blonk il libro del paratleta pavese scritto con l’amico Armando Barone
PAVIA. «Mi piace che la gente conosca la mia storia, i miei stati d'animo e le difficoltà che ho dovuto affrontare. Ma ho anche un po' di paura nel mettermi a nudo in maniera così plateale, perché è la prima volta che metto me stesso nero su bianco». Risponde così Alessandro Carvani Minetti quando gli chiediamo come si senta a pochi giorni dall'uscita del suo primo libro, il prossimo 27 aprile. Si intitola “Voglio le Olimpiadi. Superman, la bici e il mio non limite” e il paratleta pavese della Nazionale italiana ha scelto di scriverlo con l’amico Armando Barone, copywriter e addetto stampa.
Nel volume, edito da Blonk, Alessandro racconta di come la sua vita sia cambiata dopo il drammatico incidente del 2003 che ha compromesso irreparabilmente l’utilizzo di entrambe le braccia. È proprio Alessandro a narrare la sua vicenda in prima persona, a partire dal suo risveglio dopo il coma, nel reparto di terapia intensiva del San Matteo di Pavia. Con l’aiuto della famiglia, degli allenatori e degli amici - che a volte intervengono in prima persona nella narrazione - Alessandro ridisegna la propria vita attorno allo sport e racconta il rapporto con la disabilità con forza e semplicità.
Complice una scrittura quasi parlata, messa a punto dal coautore Armando Barone con l’intenzione di provare a restituire il tono e le coloriture della voce di Alessandro, la sua vicenda emoziona e coinvolge: «Parlando a ruota libera, senza troppi filtri, ragionando con te di quelle stesse cose di cui instancabilmente ha ragionato con se stesso, Ale riesce a mostrarti con semplicità gli aspetti più difficili e delicati della sua condizione, facendoti comprendere il percorso che è servito a lui stesso per prenderne coscienza».
Il sottotitolo raccoglie le passioni dell’atleta: la bicicletta, quel Superman a cui un po' si ispira ("ma che è l'opposto di me”) e il saper andare oltre i limiti. Perchè, dice lui, «l'unico limite è non provare a fare una cosa, altrimenti i limiti non esistono e una soluzione la si trova sempre. Il mio braccio ad esempio funziona al 20%, ma quella percentuale io la sfrutto al 100%». Il libro è «per chi ha una disabilità e non ha ancora trovato il coraggio di superarla, fregandosene degli sguardi della gente e per chi non l'ha: a costoro voglio far capire che dietro a una disabilità c'è un mondo fatto di pensieri e di lotte con se stessi e con il mondo esterno». —
Daniela Scherrer