Di Giorgio, da sabato il ciak del nuovo film «Si chiamerà Libera, iniziamo da Pavia»
Pavia torna protagonista -con le sue ambientazioni- del nuovo film che si appresta a girare il regista Giuseppe Di Giorgio (siciliano di nascita ma ormai pavese di adozione).
È tutto pronto per il primo ciak, che sarà sabato 1° maggio, il titolo è "Libera. Di Sognare, Di Amare, Di Essere", tratto dall’omonimo romanzo di Gabriella Morgillo e pubblicato da Pathos Edizioni. Mentre il film è co-prodotto dall’Associazione Il Serpente Aureo.
lontani da casa
Un passato da modella e un presente da scrittrice con laurea in Scienze e tecniche psicologiche alla Milano-Bicocca, Morgillo scrisse "Libera" nel 2014, sua opera prima che racconta proprio le inquietudini e l'interiorità di un gruppo di studenti universitari alle prese con la lontananza da casa, che si confrontano col mondo esterno e crescono a fatica.
«L’autrice mi aveva proposto diversi anni fa questo progetto, lessi il suo libro e lo trovai interessante – spiega Di Giorgio – ma essendo già impegnato in un progetto lei si affidò ad un altro produttore con il quale purtroppo non riuscì a realizzare il film. Qualche mese fa mi ha ricontattato ed eccoci qua».
Con questo film entra nel pianeta dei giovani...
«Sì, parleremo dei giovani e del loro rapporto con la famiglia e con le istituzioni scolastiche; soprattutto cercheremo di far capire quanto sia importante il supporto di entrambe per la crescita e l'affermazione dei giovani all'interno della nostra società. E' la ricerca di una libertà psicofisica, fatta di sentimenti e amicizia sincera, che possa permettere alla protagonista Roberta, interpretata da Camilla Tedeschi, e al gruppo dei suoi amici, di raggiungere quella tanto attesa e sperata libertà di sognare, di amare e di essere se stessi in ogni circostanza».
Trama molto diversa da "Stem Cell" quindi...
«Sì', direi che finalmente tratterò tematiche diverse rispetto ai film precedenti dove invece avevo parlato di criminalità organizzata e forze dell'ordine aggiungendo anche nomee e i pregiudizi».
L'aspetto da sottolineare è che i suoi film cercano sempre di far passare messaggi significativi.
«Il mio motto è "comunicare in punta di piedi". Con l'ultimo film "Stem Cell" per esempio ho toccato il settore delicato della sanità, affiancandolo alla ricerca scientifica, le cellule staminali, e grazie ad un enorme lavoro di squadra siamo riusciti a raggiungere grandi traguardi vincendo premi in tutto il mondo. Libera sarà una nuova e affascinante sfida per me. Sono convinto, però, che mi permetterà di continuare a comunicare attraverso il cinema che ritengo sia un potentissimo mezzo di comunicazione: andrebbe sfruttato nel migliore dei modi, in tutte le sue sfaccettature a partire da quelle culturali, non soltanto a livello economico».
Ancora una volta punta sulle ambientazioni pavesi. Dove girerete?
«Pavia sarà ancora protagonista per tutte le scene in Lombardia a partire dal 1° maggio, quando gireremo alcuni interni in abitazioni. Il 2 maggio saremo invece in piazza Leonardo Da Vinci, poi ci sposteremo al Ponte Coperto, in centro storico e alla farmacia San Matteo di via Aselli. Successivamente il film, grazie alla coproduzione de "Il Serpente Aureo", nella persona di Giovanni Leanza, verrà completato in Abruzzo, nella località di Martinsicuro».
Ha un sogno nel cassetto per il suo futuro lavorativo?
«Il mio sogno nel cassetto rimane quello di poter girare un film con una grande produzione italiana o internazionale in qualità di regista, perché sarebbe il modo giusto per cominciare a dimostrare a tutti gli appassionati del settore, a chi studia e si impegna per raggiungere i propri sogni che esiste la meritocrazia in questo settore».
Finalmente riaprono le sale cinematografiche... che pensa di queste chiusure lunghissime?
«Questo settore non può morire, non possiamo pensare di sostituirlo con la tivù o le varie piattaforme televisive. O con le serie che funzionano moltissimo. È come se io pensassi di sostituire una Ferrari con una Mercedes: certo, stiamo parlando di due grandi auto ma con in mezzo una differenza abissale. Per questo credo che il cinema non debba e non possa mai morire». —
Daniela Scherrer
© RIPRODUZIONE RISERVATA