La piaga dei “Neet”: ecco i fondi dalla Regione per i giovani che non studiano e non lavorano
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Al via il piano della Lombardia per i ragazzi tra 15 e 18 anni che hanno lasciato la scuola e non cercano una occupazione
PAVIA. Regione Lombardia stanzia 13,25 milioni di euro per i giovani che non studiano e non lavorano. Sono i “Neet”, ragazzi senza occupazione e non inseriti in alcun percorso di formazione. Oltre 2 milioni in Italia. Nel 2019, nella fascia di popolazione tra i 15 e i 29 anni, si era toccata la percentuale del 22%. Un’emergenza segnalata nell’ultimo rapporto Istat in cui si sottolinea come il Bel Paese abbia la quota più elevata rispetto agli altri Stati dell’Unione europea, di circa 10 punti superiore al valore medio Ue, intorno al 23%, contro un valore medio Ue del 12.5% e decisamente distante dai valori degli altri grandi Paesi europei.
I titoli di studio
L’incidenza dei Neet è maggiore tra i giovani con un diploma (23,4%), leggermente più bassa tra chi ha raggiunto al massimo un titolo secondario inferiore (21,6%) ed è minima tra coloro che possiedono una laurea (19,5%). In Europa invece l’incidenza è massima tra coloro che possiedono un basso livello di istruzione (14,8%), confermandosi minima tra i laureati (9,0%). Ora Palazzo Lombardia guarda ad oltre alla pandemia che ha segnato inesorabilmente il mondo della scuola, determinato un preoccupante isolamento, provocato la diffusione di un disagio emotivo e indotto gli studenti più fragili ad abbandonate gli studi.
E proprio per contenere il fenomeno della dispersione scolastica ha deciso di stanziare 13,25 milioni con l’obiettivo di far fronte a problema, allarmante, dell’aumento esponenziale del tasso di abbandono scolastico e frenare il processo di uscita dai percorsi didattici, hanno sottolineato insieme gli assessori regionali Melania Rizzoli, Formazione e Lavoro, e Fabrizio Sala, Istruzione.
Le misure
La giunta ha infatti varato una misura legata alla seconda fase del piano di attuazione di Garanzia Giovani, dedicata a coloro che sono disoccupati e non frequentano percorsi di istruzione o formazione di età compresa tra i 15 e i 18 anni, fino al compimento dei 19, che hanno interrotto gli studi e che quindi sono privi di un titolo di studio di secondo ciclo.
In parallelo si prosegue con altre misure che prevedono percorsi di inserimento lavorativo, interventi di formazione specialistica finalizzata al successivo inserimento nel mondo del lavoro, il servizio civile regionale. «In linea con il carattere flessibile e personalizzato che ha contraddistinto la progettazione degli interventi antidispersione nel sistema duale - ha spiegato Rizzoli - i percorsi formativi dovranno essere organizzati per moduli di apprendimento basati sull'acquisizione di competenze». —
Stefania Prato