Sergio Alberti: «Una scultura per Arianna» L’artista mette all’asta un’opera per la Pediatria
Da quando Arianna Cooke se ne è andata sono trascorsi 21 anni. Ne aveva undici. Gli ultimi mesi passati dietro ai vetri delle finestre di quella stessa palazzina di Pediatria, al San Matteo, alla quale oggi l’associazione a lei dedicata vuole donare un giardino fiorito. Un luogo di bellezza per i piccoli malati e le loro famiglie.
Un progetto prezioso che ha bisogno di risorse. Per raggiungere i 90mila euro necessari a realizzarlo è nata sulla piattaforma Gofundme una raccolta fondi e la fondazione Banca del Monte ha offerto un aiuto. Ma la strada è lunga. Quando Adriana Sartori, insegnante di generazioni di studenti, ne ha parlato al marito, lo scultore Sergio Alberti, è nata subito un’idea: mettere all’asta un’opera, uno di tre esemplari che l’artista ha realizzato nel 2016 (un altro è in una collezione privata).
“Scatola di memorie” ha un cuore ruvido in bronzo fuso a cera persa e una cornice liscia in acciaio inossidabile. Due materiali diversi ma in dialogo fra loro, in un gioco di simbologie e di luce.
«La scatola è un contenitore che racchiude sempre un mistero. E questa scultura racchiude memorie quotidiane, passate, vissute e assume un valore di gioco intellettuale» riflette Sergio Alberti che da sempre nella sua ricerca, mescolando acciaio, bronzo o terracotta, segue tracce sommerse, “frammenti”, scava nella memoria.
Nella scatola potrebbero stare i pensieri ma anche le tante azioni che l’associazione per Arianna Cooke ha messo in cantiere in questi 21 anni. L’ultimo è il progetto “Il filo verde per Arianna”.
«Sono convinto che l’arte possa avere un ruolo attivo, al servizio di uno scopo sociale o umanitario – spiega Alberti –. In questo caso l’obbiettivo è aiutare a rendere più confortevole un luogo di sofferenza».
«Un luogo all’aria aperta dove affrontare meglio l’attesa delle terapie, alleviare lo stress e anche fare scuola nella bella stagione – chiarisce Giuliana Gori, mamma di Arianna – Un luogo dove ritrovare la socialità attraverso laboratori di giardinaggio e di ortoterapia sotto la guida persone esperte».
Al centro dello spazio esterno alla Pediatria, oggi asfaltato e occupato da motocicli, crescerà un albero di melo, tra piante volutamente prive di profumi e di parti spinose e velenose.
Si muove nel suo laboratorio, tra sculture che sembrano alberi o rami protesi al cielo, Sergio Alberti. Nel capannone che nei giorni di sole è inondato di luce è nata “Scatole di memorie”. Come pure “Raggio di sole”, la scultura in acciaio e ottone si è aggiudicata il concorso bandito per i 70 anni dell’ospedale Niguarda Cà Granda. O come i “cartoni”, pagine di un diario, ai quali sta lavorando.
Ogni scultura racconta un pezzo di storia dell’artista pavese, allievo di Francesco Messina all’Accademia di Brera poi di Marino Marini, fino alle frequentazioni della Parigi degli anni Sessanta, dove ha frequentato l’École des Beaux Arts con Germaine Richier, César e Iposteguy. —